La prima consapevolezza che va interiorizzata da parte del genitore ai fini della scelta è che l’apprendimento linguistico deve iniziare in età prescolare; non è una velleità, sono le neuroscienze a dircelo smentendo il consueto adagio “tanto c’è tempo!” A tal proposito vi propongo questo video che spiega il concetto in maniera sintetica ed efficace.
La seconda consapevolezza riguarda i contenuti dell’apprendimento: imparare i colori, i numeri e le filastrocche non significa imparare una lingua; l’apprendimento di un codice linguistico passa necessariamente attraverso la capacità narrativa della mente umana e attraverso la ripetizione. Non basta giocare, non basta imparare alcuni ritornelli ritmati, bisogna ricorrere allo stesso processo di comunicazione messo in atto con i nostri figli fin dalla nascita, ripetendo loro narrazioni contestualizzate finché le parole e le frasi non vengano acquisite senza passare per la traduzione. La traduzione, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è un meccanismo innaturale di apprendimento linguistico che porta a risultati totalmente diversi rispetto all’apprendimento spontaneo. I bambini devono essere messi in condizione di imparare ad esprimersi in L2 inizialmente narrando storie. Non è troppo difficile, lo faranno per gradi così come hanno fatto in lingua madre con tutti gli incidenti di percorso che serviranno proprio ad imparare.
La terza consapevolezza riguarda la necessità un’esposizione quotidiana alla seconda lingua attraverso materiali semplici da usare ed allo stesso tempo efficaci. In più, se ci rivolgiamo ad un insegnante esperto che conosce bene i meccanismi dell’apprendimento linguistico infantile, possiamo chiedere consiglio su come utilizzare ulteriori strumenti, quali video, libri eccetera per incrementare ulteriormente l’esposizione quotidiana alla seconda lingua tra le mura domestiche.
La quarta consapevolezza riguarda l’importanza dell’affetto nell’apprendimento. L’affetto è un volano potentissimo che agisce sulla motivazione all’apprendimento di qualunque contenuto ed in maniera ancora più evidente nell’apprendimento linguistico. Se ci pensiamo bene la prima lingua che impariamo viene chiamata “lingua madre”, cioè quella che si impara nell’ambito degli affetti più cari. L’insegnante di lingua, a maggior ragione l’insegnante di lingua dei bambini, deve essere in grado di instaurare una buona relazione affettiva con i suoi allievi per poter ottenere buoni risultati. Parallelamente, la famiglia deve sostenere l’apprendimento linguistico dei bambini con affetto, entusiasmo e condivisione. E’ una partita che si gioca a tre: bambino, insegnante, genitori. Pensare che i genitori non siano coinvolti nel gioco, assottiglia l’efficacia dell’apprendimento.
In Italia, purtroppo, esiste ancora uno scarso livello di consapevolezza in merito agli ingredienti per ottenere una vincente ricetta di apprendimento linguistico in età prescolare ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, ma noi invece siamo ormai esperti e sappiano quello che serve per effettuare una buona scelta!
See you all in the next adventure!