Gli ingredienti essenziali per una scelta efficace
Abbiamo già toccato, in passato, l’argomento da diverse angolazioni: per esempio ci siamo chiesti quali siano gli ingredienti fondamentali per una scelta efficace e abbiamo visto che alla base di ogni scelta ci deve essere ad esempio la consapevolezza, da parte del genitore che la compie, della necessità di esercizio quotidiano o soprannaturalità di un apprendimento per elenchi che non porta ad acquisire la capacità di comunicazione. Potete approfondire l’argomento in Gli ingredienti essenziali per una scelta efficace.
L’insegnante madrelingua è davvero indispensabile?
Ci siamo anche soffermati sul fatto che non sempre l’insegnante madrelingua è sinonimo di garanzia di apprendimento e, chi ancora lo crede, non è pienamente consapevole di come effettivamente funzioni l’apprendimento linguistico dal punto di vista neurologico. Potete approfondire l’argomento nel’articolo: L’insegnante madrelingua è davvero indispensabile?.
Competenza o metodo? Cos’è importante in un’insegnante
Infine, e in maniera strettamente correlata alla questione dell’insegnante madrelingua, bisogna tener conto del fatto che non è sufficiente la competenza in una materia per saperla insegnare. Per trasmetterla in maniera efficace servono due ingredienti essenziali: il metodo e la capacità di comunicazione. Potete approfondire l’argomento in Competenza o metodo? Cos’è importante in un’insegnante?
L’apprendimento di una seconda lingua in età prescolare
In questa avventura del bilinguismo vorremmo affrontare la questione della scelta da un’angolatura particolare: quella dell’evoluzione del mercato negli ultimi 10 anni.
Infatti, fino a 10 anni fa la concezione che fosse importante, anzi fondamentale, iniziare l’apprendimento di una seconda lingua in età prescolare era poco diffusa. Nonostante gli studi neurolinguistici che acclarano questa evidenza risalgano agli anni 90.
Piano piano questo concetto è andato diffondendosi, ma con non poche distorsioni. Sembrava infatti che bastasse giocare ogni tanto in una lingua straniera per poter magicamente imparare, ma ovviamente non è così, perché senza metodo, ripetizione ed esercizio l’apprendimento va a rilento.
Da questa forzatura sono fioriti laboratori di lingua per bambini dove si proponeva ogni genere di attività per pacchetti di lezioni dal numero esiguo.
Ricordiamoci che non importa quanto piccolo sia l’allievo, i percorsi linguistici seri propongono un numero di ore congruo e le attività sono strutturate rispettando i criteri dell’apprendimento neurolinguistico.
Metodologie collaudate per adulti
Parallelamente, insegnanti che utilizzavano metodologie collaudate per adulti, hanno cercato di applicare gli stessi principi, basati su concezioni linguistiche e sull’utilizzo dell’apprendimento per via consapevole, ai bambini in età prescolare con risultati limitati. I bambini non sono ancora in grado di utilizzare le facoltà cognitive consapevoli come gli adulti.
Poi c’è stato chi, vista la crescente richiesta da parte dei genitori di corsi di lingua per bambini, ha cercato di soddisfarla organizzando corsi, reclutando insegnanti con competenze disparate, cercando di verificare, più o meno in maniera empirica, la bontà di questa o quella proposta e brancolando spesso nel buio per carenza di competenza specifica.
Essendo nel settore da anni posso darvi un consiglio semplice e lineare: fidatevi di chi ha un background di un certo spessore, di chi vi propone un programma strutturato, con l’opportunità di proseguire l’esercizio della lingua a casa e che sia congruo sia per durata e prezzo.
Esistono davvero proposte linguistiche che sanno fare la differenza, per trovarle, come per ogni cosa, è necessario reperire informazioni adeguate.
See you all in the next adventure!