21 Febbraio 2014 ARTICOLI

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In barba a Renoir: qualche chicca per vincere la noia di una lunga coda

Avete aspettato, aspettato, aspettato e adesso? Adesso, se volete vedere la strepitosa mostra su Renoir, vi tocca una coda infinita!  Ma non vi preoccupate, l’attesa si può colmare in un’infinità di modi e, se la giornata è bella come quella di oggi, il migliore è quello di guardarsi intorno.

Qualsiasi sia stato il mezzo con cui avete raggiunto la GAM, è quasi impossibile che non vi siate imbattuti nel «Barba Vigiu» (lo zio Vittorio)!

Il monumento, alto 39 metri, dedicato da Umberto I a suo padre Vittorio Emanuele II, venne inaugurato nel 1899. Pietro Costa, scultore genovese, posò la figura non proprio slanciata del primo re d’Italia su tre alte colonne doriche in marmo. Sulla base Unità, Fratellanza, Lavoro e Libertà ricordano i principi a cui si ispirò il Re galantuomo, mentre le quattro aquile sugli angoli recano tra gli artigli quattro importanti date del Risorgimento. Non tutti sanno che all’interno del basamento è presente una scala elicoidale, che consente agli addetti ai lavori di salire fino ai piedi della statua bronzea.

Proprio in quel punto il corso del re si incrocia con quello dedicato un grande scienziato Galileo Ferraris, senatore del regno dal 1896, il cui monumento si trova a poche centinaia di metri dalla GAM, nella cosiddetta Isola pedonale.

Questo lembo di paradiso cittadino, vietato alle macchine dal 1974, è oggi una delle zone più prestigiose della città. Gli edifici, eclettici, neogotici e liberty, protetti spesso da meravigliosi giardini, portano la firma dei maggiori architetti del secolo scorso tra cui Pietro FenoglioGiuseppe Momo.

Ma non è finita qui! La Galleria d’Arte Moderna non è solo un contenitore di mostre prestigiose ma è essa stessa un “contenitore prestigioso”!

Quando venne edificata nel 1959 dagli architetti Carlo Bassi e Goffredo Boschetti si presentava come una struttura all’avanguardia, funzionale nei suoi spazi e modernissima nelle sue forme punture e irregolari: perfetta, insomma, per accogliere quella che fu la prima collezione pubblica di arte contemporanea!

All art has been contemporary” recita la scritta blu posta sulla sommità dell’edificio da Maurizio Nannucci. Tutta l’arte, nel momento in cui viene creata, è arte contemporanea! Anche la Gioconda di Leonardo, per intenderci. Quindi con coraggio e curiosità muoviamo una bel passo ed entriamo in questo mondo così affascinante.

Ve ne siete accorti? Per staccarci dalla strada ed entrare nello spazio dell’arte abbiamo proprio dovuto varcare “una soglia”!

Sono sicura che vi sarete chiesti il perché dell’enorme albero sradicato davanti all’ingresso.

Si intitola In limine (sulla soglia) e venne realizzato da Giuseppe Penone in occasione del 150enario dell’Unità d’Italia (2011).

Penone, lavora da anni sul rapporto tra l’uomo e la natura e ha immaginato per Torino questo gigantesco bronzo come inno alla natura minacciata dall’uomo. Il tronco poggia su una base marmo, segnata da impronte umane, le radici annaspano nell’aria  e i rami vanno a toccare la chioma del vero tiglio che chiude il passaggio sulla destra.

Si passa sotto e si varca il confine tra il mondo e l’arte, spingendoci a chiederci: “Ma c’è davvero un confine tra mondo e arte?”.

Se avete superato In limine siete a buon punto!

Alla nostra sinistra si erge musicale, leggera e zigzagante Modulazione ascendente (1993) di Fausto Melotti, mentre a pochi passi dagli agognati scalini dell’ingresso ci saluta il Conquistatore di Davide Calandra, importante scultore ottocentesco che lasciò a Torino anche l’imponente Monumento al Duca d’Aosta (davanti a Torino Esposizioni) o il delicato Cuor di spine, nelle collezioni della GAM.

Finalmente il traguardo: davanti a voi ecco i gradini dell’ingresso!

Se non siete ancora sazi d’arte e curiosità potete affrontare i (circa) sessanta capolavori della mostra, altrimenti svoltate a sinistra e prendetevi una pausa.

Da qualche mese la caffetteria del museo è gestita da Gerla 1927, storico marchio della sofisticata pasticceria torinese. Bignole con chantilly caramellato, i mignon al gianduja, baci di dama, petit fours, ventajnè (i ventaglietti di sfoglia), gianduiotti tagliati a mano… e via cantando!

Troverete qui adeguati mezzi per consolarvi se siete rimasti fuori e per ristorarvi se avete galoppato per i capolavori della mostra.

La bellezza spesso passa anche per le vie del gusto!

QUIZ 19 Oltre a quello dedicato a Galileo Feraris, quale altro monumento potete ammirare all’interno dell’Isola pedonale?

1) Monumento a Cesare Battisti

2) Monumento al Fante d’Italia

3) Monumento a Vincenzo Vela

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SOLUZIONE QUIZ precedente: siete stati alla mostra Origami. Spirito di carta?

Quale tra questi animali, non è in esposizione? 1) L’orso 2) Il coccodrillo 3) L’aquila. La risposta corretta è la 2) Il coccodrillo.

 


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