24 Novembre 2017 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Bambino di quasi 4 anni che non magia

Buonasera, sono una mamma di un bambino di quasi 4 anni.
Stiamo vivendo giorni disperati perchè mio figlio ha iniziato a dire che non vuole più mangiare perché ha paura di vomitare.
Premetto che non mai stato un mangione, anzi da quando ho smesso di allattarlo ha sempre fatto resistenza al cibo, vomitando alla fine del pasto per tre volte al giorno. Abbiamo chiesto al pediatra e ci ha sempre risposto che il bambino non sta male, ma è pigro, e non vuole abituarsi a cibi che si masticano; infatti ancora oggi mangia pastina piccola e la carne frullata in pastoni come quando era piccolo.
Da quando ha iniziato ad andare a scuola materna, e premetto che esce prima di pranzo perché per ora sta facendo l’inserimento, non vuole mangiare ne pranzo ne cena, anzi non fa nemmeno colazione perché all’asilo fa capricci poi vomita e per alcuni giorni le maestre mi hanno chiesto di non dargli da mangiare per capire se si sforza ulteriormente o no.
Sono disperata perché non so come fare per farlo mangiare almeno qualche cucchiaio di pappa … ho paura che stia male perché non tocca cibo e mi sto disperando. Il pediatra dice che non sta male e non mi ha mai fatto fare nessun esame perché invasivo. Mi chiedo cosa posso fare e a chi mi potrei rivolgere perché non voglio vederlo stare male.
Aiutatemi!
Grazie

Carissima mamma,
grazie per averci scritto.

L’alimentazione è uno dei temi che desta maggior preoccupazione tra le mamme e i bimbi si sintonizzano facilmente sul capire ciò che attira o meno l’attenzione degli altri.

In più, intorno al tema dell’alimentazione, si attuano i comportamenti più disparati, che non sempre portano ai risultati che si vuole raggiumgere. Talvolta il bimbo mangia, ma con notevoli sforzi e “trucchi”messi in atto per far assaggiare almeno qualche pezzo di cibo. Il cibo non è solo nutrimento; purtroppo ci si concentra solo su questo. Il cibo è relazione, è stare insieme all’altro, e spesso si trasforma in un momento poco piacevole per genitori e bimbo. Quanta fatica fanno i genitori nel cercare di imboccare il proprio bimbo o di mimetizzare alcuni cibi con altri. E quanta fatica a loro volta fanno i bambini quando scoprono di essere ingannati o quando qualcuno cerca di distrarli per farli mangiare.

I genitori soffrono nel vedere il loro bimbo mangiare poco o non mangiare e quindi mettono in atto inconsapevolmente alcuni comportamenti che, anzichè avvicinare al cibo, allontanano. Prima di tutto diventa difficile fidarsi di un adulto che mi sta ingannando, nascondendo per esempio un cibo dentro l’altro o facendo finta di farmi guardare un cartone e intanto mi rifila qualche pezzo.

Facciamo un po’ di chiarezza tra i diversi momenti della giornata. C’è un tempo per mangiare, per giocare e per guardare la TV. Quando si mangia si fa ben di più che nutrirsi (quando tutto funziona per il verso giusto), si mangia, si sta insieme, ci si guarda, ci si ritrova a fine giornata, si condivide qualcosa di piacevole.

E’ importante un po’ tralasciare il problema dell’alimentazione a scuola; durante l’inserimento alcuni bimbi fanno la cosiddetta “crisi” (reazione al cambiamento), non mangiando o assaggiando un solo alimento, come per esempio il pane. Questo capita anche in bambini che di solito mangiano tutto a casa , proprio perchè manifestano la loro rabbia, rifiutandosi di mangiare. I bimbi come il suo, che hanno difficoltà anche a casa, hanno in genere questo problema anche a scuola. E’ importante parlare con le maestre di questo problema e condividere con loro l’importanza di non prestare troppa attenzione al discorso”cibo”; occorre infatti che gli si presenti il piatto così come per gli altri bambini, senza alcun timore che vomiti o lo rifiuti. Se succcede, occorre non prestare troppa attenzione e non sottolinearlo davanti al bambino.

Può essere un discorso che va controccorrente e che le suona strano, ma quando c’è un problema sul cibo, l’ attenzione, la preoccupazione, l’ansia dei genitori e degli insegnanti non fanno altro che rinforzare il problema.

Se è stata esclusa dal pediatra la presenza di una eventuale patologia, la natura del problema del suo bimbo è meramente psicologica, come d’altronde è nella maggiornanza dei casi.

In questi casi occorre darsi un tempo, magari qualche mese, in cui si prova ad adottare alcuni accorgimenti. E’ importante sostituire gradualmente la pappa con pezzi di cibo che mangiate voi; deve essere un cambiamento graduale, non dall’oggi al domani. Gli si può spiegare che è grande e che mangerete proprio le stesse cose a pranzo e cena. In questo modo si rafforza il fatto che è un bimbo grande e potrete parlare insieme del cibo che entrambi avete nel piatto (se per esempio è venuto bene, o se la prossima volta occorre aggiungere un pò di parmigiano).

Inoltre quando proponete il pasto, non forzate il bambino per farlo mangiare, non imboccatelo e non preoccupatevi se non ha mangiato o non mangia poco; via via dovrebbe assaggiare qualche pezzo fino a mangiare un pasto completo.

Se il bimbo chiede di andarlo a prendere all’ora di pranzo perchè non manga è importante che non lo facciate e che lui partecipi alla giornata scolastica con tutti i suoi tempi e ritmi.

A volte non ci si pensa, ma se lo si agevola nel momento del pasto, a scuola come a casa (dandogli il pappone o solo quello che mangia) non si fa altro che rafforzare il problema. Se invece il contesto è un contesto normalizzante, il bambino ha occasione di non vedere accentuato il suo problema (agli occhi degli altri è chiaro che lui non mangia le stesse cose) e di avere occasione di assaggiare il cibo proposto.

Se questi accorgimenti, nel giro di qualche mese, non dovessero funzionare, allora è importante rivolgersi ad uno psicologo per un approfondimento e migliorare il benessere vostro e del vostro bimbo. Se infatti il bambino continua a presentare questo problema, occorre aiutarlo e vedere quali paure e angosce si nascoldano dietro al tema “cibo”.

Ci auguriamo che ritroviate presto una bella serenità.
Un caro saluto

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