20 Aprile 2020 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Come affrontare il passaggio “amico-fidanzato” nel modo meno traumatico possibile

Buongiorno, mi chiamo ho 35 anni.
Da poco più di un anno frequento la mia compagna, separata da un anno e mezzo, ha due bambini, una femmina di 7 anni e un maschio di 5.
Per molti mesi ho avuto modo di conoscere i suoi figli solo attraverso i suoi racconti, da dicembre dell’anno scorso abbiamo iniziato a frequentarci anche con loro, dapprima in modo molto sporadico, per poi via via aumentare la frequenza. Abbiamo sempre cercato di rispettare i loro tempi, senza mai forzare nulla, seguendo anche quelle che fossero le loro volontà. Fin da subito io e i suoi figli abbiamo trovato una buona intesa, e superata una iniziale fase di studio (e un minimo di imbarazzo), i bambini si sono affezionati a me in un modo che, lo confesso, ha stupito sia me che la loro mamma.
Nei mesi successivi all’inizio della frequentazione allargata sono stato spesso a casa loro, abbiamo fatto cose insieme (un giro al parco, una mostra). In questa fase di quarantena sono stati gli stessi bambini a creare una nostra routine quotidiana; ogni giorno abbiamo l’appuntamento fisso con la videochiamata della sera. Mangio con loro, parliamo, giochiamo un po’ insieme dopo cena (per quanto si possa giocare attraverso una videochiamata), e do loro la buonanotte. Sentono la mia mancanza, mi cercano durante il giorno. Alla domanda della mamma sul perché desiderino chiamarmi ogni giorno, hanno risposto dicendo che: sono simpatico, gioco con loro, li aiuto a risolvere i loro dissidi (se uno dei due si arrabbia con l’altro cerco un modo, insieme a loro, di farli riappacificare), e non mi arrabbio nei momenti in cui non mi ascoltano. Che questo sia solo figlio del fatto che stiano bene con me, si fidino, o ci sia anche una naturale reazione al fatto che il loro rapporto con il padre non sia dei più stretti, è una cosa che sia io che la loro mamma non riusciamo a definire con precisione.
Al momento io sono ancora “l’amico della mamma”. Il passaggio da amico a fidanzato è delicato, lo sappiamo entrambi, e il timore principale è quello di un rifiuto di una figura del genere, sia rivolto all’idea che la loro mamma abbia un fidanzato, sia rivolto alla persona dietro quel ruolo. Stiamo cercando di trovare un modo che sia il più spontaneo e naturale possibile per arrivare a quel passaggio, in prima battuta sarebbe V. ad affrontarlo con loro due, anche per non sovraccaricarli o metterli in difficoltà, qualora ci fossi anche io al momento di discuterne con i bambini – per quanto possano sentirsi a proprio agio con me, la mia presenza nel parlare di un argomento così delicato potrebbe farli sentire in imbarazzo, non liberi di esprimersi come vorrebbero.
Ecco il motivo di questo messaggio: come affrontare il passaggio “amico-fidanzato” nel modo meno traumatico possibile, e come eventualmente parare il colpo, qualora dovessero evidenziare un rifiuto? Mi rendo conto che il quadro è molto generico, e ogni situazione di questo tipo ha le sue peculiarità, ma sono certo che ci siano cose che si possono dire, cose che è meglio evitare, sia da parte della mamma, sia da parte mia.

Buongiorno

vengo subito al punto dicendole che, a mio parere, le cose da evitare siano le omissioni quindi affrontare il discorso è importante e mi sembra che abbiate le idee chiare su come farlo. Non c’è un modo che vada bene per tutti, la sua compagna conosce i suoi figli e saprà come approcciarsi con loro. La scelta di farlo dire a lei la avete presa insieme e se a vostro parere è quello il modo migliore, va bene così.

Se ho capito bene non avete il progetto imminente di andare a convivere, pertanto per i bambini cambierà poco nel passaggio da “amico di mamma” a “fidanzato di mamma” … che poi magari qualche sospetto lo avevano già.
E’ probabile che voi sarete sottoposti a molte domande da parte dei bambini, potrebbe anche accadere che si crei un po’ di imbarazzo ma in questo caso è probabile che siate più voi a generarlo che i bambini.
L’unico consiglio che mi sento di dare riguarda la naturalezza e l’autenticità.
Un caro saluto

dott.ssa Flavia Cavalero

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