25 Giugno 2012 L'ESPERTO RISPONDE

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Come affrontare il tema morte con i bambini

 

Buongiorno dottoressa,

scrivo perche’ da un po’ di giorni il mio bimbo di 6 anni spesso si tocca il petto per sentire il cuore. Chiedendo il motivo di questo gesto mi ha raccontato di aver paura di non sentirlo battere e mi ha chiesto se i bimbi potevano morire.

E’ un argomento che non mi aspettavo di dover tirare fuori cosi presto… attorno per fortuna non abbiamo avuto lutti l’unica cosa essendo amante del calcio il mio bimbo ha sentito del giocatore morto ultimamente.

Essendo credente gli ho spiegato che quando si muore si va con dio ma che saremo tutti insieme inoltre cerco in questi momenti di abbracciarlo e gli dico di non aver paura che lui e’ un bimbo e sta bene… a volte e’ capitato che si e’ messo anche a piangere.

Non so come gestire bene queste situazioni per questo ho pensato di chiedere un vostro parere anche perche’ mi fa malissimo al cuore scoprire queste paure nel mio bimbo.

Grazie in anticipo per la risposta

Isabella

 

Cara Isabella,

tutti i bambini, presto o tardi, si confrontano col tema della morte. E purtroppo gli adulti sono poco preparati ad affrontare l’argomento, in genere non ne parlano e anche se il bambino pone delle domande  fanno finta di niente, come se la morte fosse un argomento tabù, qualcosa di cui non parlare, come se non esistesse.

Oggigiorno, i bambini hanno meno possibilità, rispetto ai decenni scorsi, di fare esperienza della morte reale, in quanto ci sono sempre più strutture specializzate che accompagnano le persone alla fine del cammino della loro vita (mi riferisco agli ospizi, ospedali, case di cura private), così che la morte viene sempre meno affrontata in ambito familiare. Ed ecco che subentrano qui i media, in particolare la televisione, a parlare di morte attraverso telegiornali, film, cartoni animati e così via … Quindi, le prime esperienze di morte spesso vengono fornite dai media e solo marginalmente dai cimiteri, dalle chiese e dai discorsi degli adulti, spesso criptici sull’argomento in questione. Ogni bambino avrebbe bisogno di comprendere la vita e la morte e spesso le immagini viste in televisione non aiutano ad associare un’idea di serenità al concetto di morte.

Inoltre, il termine malattia non  è sinonimo di morte, perché dalla malattia si può guarire e ci si può anche rigenerare. Credo che il suo bambino si tocchi il cuore, perché come lei ha già sottolineato nella sua richiesta, teme che possa smettere di battere. Perdoni la mia ignoranza in fatto di calcio, ma credo che il calciatore sia morto proprio perché il cuore ha smesso di battere. Allora sì che potrebbe esserci un nesso tra la paura della morte che ha suo figlio e la notizia diffusa dai telegiornali, nel senso che questa morte così improvvisa, potrebbe aver provocato un trauma al bambino o aver rievocato qualche fantasma. Fa bene ad abbracciare il bambino, a rassicurarlo e a contenerlo, cerchi di fare propria la sua angoscia; questi momenti di calore e di affetto gli garantiranno la sua presenza e la sua protezione. Nel fornire risposte sul perché si muore e su cosa succede dopo la morte, dipende da come vengono educati i bambini, se alla religione e alla fede o meno.

È importante parlare di morte ai bambini, ed è fondamentale farlo con parole adeguate e con i mezzi giusti. A questo proposito le fiabe e le favole vengono in aiuto del genitore, perché appartengono alla cultura popolare, parlano un linguaggio simbolico e pertanto comprensibile ai bambini e affrontano sempre e in modo esplicito il tema della morte.

Le consiglio anche “L’anatra, la morte e il tulipano” di Wolf Erlbruch.

Narra l’incontro tra l’anatra e la morte, un teschio sorridente ed amichevole. Nei dialoghi fra i due personaggi emergono interrogativi che in genere sorgono a coloro che riflettono sul tema in questione: l’esistenza del paradiso e dell’inferno, come sarà il mondo dopo che l’anatra non ci sarà più.

Spesso dimentichiamo che la morte è un elemento che naturalmente accompagna la nostra vita, che va affrontata con dignità e ne ricordiamo invece solo l’aspetto triste legato all’abbandono, alla fine della vita. Affronti questo tema col suo bambino con serenità, aiutandosi coi libri che le ho consigliato, che “aiutano” nel trovare le “parole giuste”, che vanno poi pronunciate con equilibrio, sicurezza e protezione.

Saluti dalla psicologa

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