22 Marzo 2024 L'ESPERTO RISPONDE

Francesca Arzilli

Sono mamma, consulente in puericultura, in formazione sul sonno 1001nanna, insegnante di massaggio infantile AIMI e consulente base Babywearing Italia. Contatti: Francesca Arzilli mail [email protected]; [email protected] cell. 3398016308 (anche whatsapp)

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Come posso fare per far abituare la mia bimba a stare senza di me?

Buongiorno sono mamma di una bimba di quasi 6 mesi.
Ho scritto agli esperti di Torinobimbi un paio di volte ed ho ricevuto sempre delle bellissime risposte, ricche di incoraggiamento e consigli.
Sono un po’ in crisi.
Cercherò di essere breve.
Il mio modo di essere mamma mi porta a gestire mia figlia in questi modi: allattamento esclusivo a richiesta, co-sleeping nel lettone (in sicurezza), pisolini sempre e solo a contatto (perché altrimenti non riesce), presenza H24 7/7 perché sono ancora in maternità…
Insomma, mi sto dedicando anima e corpo a lei.
Non nascondo che la stanchezza c’è e certi momenti è davvero tanta.
Mio marito è oggettivamente bravissimo e mi aiuta in ogni modo possibile. Non potrei chiedere di più. Al tempo stesso, però, a volte sento che il peso della responsabilità, delle notti passate ad allattare, dei dubbi che mi tormentano, delle paure, delle mie ferite personali, ecc, diventa pesantissimo, quasi schiacciante.
Io e mio marito abbiamo iniziato a prendere contatto con un nido per iscrivere la nostra piccola a maggio, poiché io tornerò a lavorare i primi di giugno.
Ho tanta paura e tanta confusione.
Una domanda, più di ogni altra, regna sovrana nella mia testa: come posso fare per far abituare preventivamente un pochino la mia bimba a stare senza di me, visto che siamo insieme H24? Con l’aiuto della pediatra sto iniziando a muovere i primi passi sulla via dello svezzamento ma non so a che punto saremo a maggio.
Ho paura che la piccola non regga la separazione da me, che non mangi e che non dorma al nido se non per sfinimento. A casa dorme solo al seno
. A proposito di seno…
Purtroppo si è (l’ho fatta) abituata al paracapezzolo e non riesco a toglierglielo.
Ho provato qualche volta ma i suoi pianti disperati hanno avuto la meglio sul mio cuore.
Vorrei risolvere anche questo e non so se ho il coraggio di vederla piangere.
La verità è che il pianto di mia figlia mi fa tremare le gambe ed il mio cuore non lo sopporta.
Io vorrei solo vederla felice e serena.
E’ normale?
A volte mi domando se sto sbagliando tutto. Se le ho dato e le sto dando troppo contatto.
So che in teoria sto gettando le basi della sua indipendenza futura, ma ora come ora non riesco a vedere una risposta. Forse sono troppo mamma chioccia. Forse sto sbagliando. Certi momenti mi sento così confusa.
Avete qualche consiglio? Grazie di cuore in anticipo.

Cara mamma, buon pomeriggio, ti leggo sempre con piacere.

Mi si stringe il cuore a leggere la tua lettera, perché se solo riuscissi a guardarti da fuori, senza la pressione del pregiudizio della nostra società, capiresti che stai facendo un ottimo lavoro.

La tua bambina è molto fortunata, perché il contatto nei primi mesi di vita, ha la stessa importanza del nutrimento. Senza dubbio è felice e serena e sono normali le domande che ti poni, perché la stanchezza è tanta, lo so bene, e la paura del distacco anche.

Prima di risponderti, ho letto bene la tua lettera e ho sottolineato tutte le parole che esprimono un disagio: peso, dubbi, tormentano, paure, ferite, pesantissimo, schiacciante, confusione, ‘non regga’, ‘non mangi’, ‘non dorma’, sfinimento, disperati, ‘non so se ho il coraggio’, ‘mi fa tremare le gambe’, ‘il mio cuore non lo sopporta’, ‘sto sbagliando’, ‘troppo contatto’, ‘non riesco’, ‘confusa’.

Credo di averle segnate tutte. Quante sono? Troppe davvero per il lavoro meraviglioso che stai facendo e per l’amore e la dedizione che riservi a tua figlia.

Fai un bel respiro, profondo, e immagina di espirare tutte le tue preoccupazioni attraverso una bolla di sapone. Riposati, mentre la tua bambina dorme accanto a te. Senza sensi di colpa, perché stai facendo un lavoro enorme, di responsabilità, concentrazione e fatica fisica, non solo mentale.

Sei una mamma ad alto contatto ed una persona molto sensibile ed è giusto che tu viva così la tua maternità, perché ti rappresenta. Ma se ti senti sopraffatta, per favore, chiedi aiuto a tuo marito, ai tuoi familiari o ai dei professionisti. Non esitare!

Non preoccuparti del troppo contatto e del troppo amore, perché i bambini si nutrono di questo e fai bene a goderti appieno questi momenti dolcissimi, perché durano un soffio e non avrai rimpianti.

Continua così se ti rende soddisfatta e felice, e trova anche un po’ di tempo per metterti la crema corpo, berti un tè davanti ad una puntata della tua serie preferita, fare una telefonata ad un’amica. Sono piccole cose, che ti fanno riposare la mente, restando sempre vicina alla tua bambina.

Mi raccomando: esci anche! Fate delle belle passeggiate, incontrate altre mamme con bimbi piccoli, ci sono tanti laboratori per loro, e prova ad iscrivervi ad un corso di massaggio infantile, si parla tanto di contatto! Capirai di stare facendo la cosa giusta.

Passo alla parte pratica, per cercare di darti qualche consiglio, perché vorrei aiutarti a farti sentire più serena.

La prima riguarda l’asilo nido. Mi parli di maggio, ma a maggio la tua bimba avrà 8 mesi, momento in cui ci saranno i primi segnali della paura dell’estraneo e dell’abbandono (quasi fine esogestazione). Se puoi anticipa l’iscrizione, anche frequentando solo una o due mattinate alla settimana, magari facendo già un po’ di inserimento. Perché poco più avanti farai più fatica col distacco e sarà più difficile per entrambe.

Hai tante paure riguardo a questa ‘separazione’ e lo capisco bene. La tua bimba piangerà probabilmente, si addormenterà per sfinimento e si rifiuterà di mangiare. Può darsi. Però questa è una piccola fase che è del tutto normale nel passaggio da casa al nido.

Tu dalle fiducia, i bambini piangono per scaricare delle tensioni, oltre che per i bisogni primari, ma hanno anche tantissime risorse.Se noi non siamo i primi a credere in loro, come fanno a procedere? Se prima di accompagnarli ci vedono tesi, preoccupati, tristi, lo saranno anche loro, perché già da piccoli imitano le nostre espressioni ed empatizzano col nostro stato d’animo.
Ho lavorato al nido, tanti bambini piangono, è vero, ma poi passa e, soprattutto quando sono così piccoli, superano meglio il distacco. Non esiste una ricetta magica per abituarla a stare senza di te, ma vedrai che lei al nido si adeguerà i nuovi ritmi, perché troverà un contesto diverso da casa. E io penso che dopo la prima fase di spaesamento, troverà anche il modo di divertirsi tanto insieme ad altri piccolini come lei.

Quello che posso consigliarti è di scegliere bene la struttura e di valutare attentamente le educatrici. Essendo tu una persona sensibile, ti accorgerai subito se saranno persone dolci e comprensive.

Inoltre ti consiglio di non accompagnarla tu al nido, potrebbe richiedere meno sforzo per lei separarsi dal papà o da un/a nonno/a.
Per quanto riguarda lo svezzamento, in due mesi si possono fare lunghi passi, ma dovrei vederla, per capire quanto è già interessata al cibo. Magari falle dare la pappa dal papà o dai nonni anche, in modo che si abitui a mangiare con persone diverse dalla sua mamma.

Per quanto riguarda l’uso del paracapezzoli, mi manca un tassello, perché non conosco il motivo per cui hai cominciato ad usarli. Ma forse giocheranno a tuo favore perché prenderà più volentieri il biberon, essendo già abituata alla sensazione del silicone e non della pelle della mamma.

Per ultimo, per quanto riguarda i sonnellini a contatto, sono meravigliosi e anche molto funzionali per avere l’occasione di riposare anche tu. Se te la senti, puoi provare,qualche volta,ad alzarti quando si è ben addormentata. In modo che provi ad affrontare la piccola ‘frustrazione’ di non trovarti lì accanto a lei al suo risveglio, abituandosi piano piano, alla presenza di qualcuno diverso da te.

Cara mamma, spero di averti aiutato per quello che posso fare scrivendoti.Ma se vuoi essere accompagnata per un percorso più a lungo termine, trovi i miei contatti in calce alla risposta.
Ti auguro giorni pieni di serenità. Un forte abbraccio a te e alla tua piccola.

Francesca Arzilli – Consulente in puericultura
[email protected]

Foto di copertina di Guillaume de Germain  

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