22 Gennaio 2009 L'ESPERTO RISPONDE

Home  > L'esperto Risponde  > Come rispondere alle sfide dei bambini?

Come rispondere alle sfide dei bambini?

Mia figlia oggi compie 3 anni; ha sempre avuto un bel caratterino, quando qualcosa non le va ed è costretta a farlo (come venire via da un’amica o dai giardinetti, spegnere la televisione per venire a mangiare, ecc.) si butta per terra, si dimena e fa la lagna (o piange convulsivamente).
Da un po’ di tempo sto pensando che l’ho poco abituata a sopportare le frustrazioni, portandole immediatamente il ciuccio quando lo chiede ed esaudendo immediatamente gran parte dei suoi desideri (anche se, devo dire, non fa i capricci per ottenere che le compri qualcosa o per andare a dormire). Da quando ha 21 mesi va al nido: le maestre mi dicono che è bravissima, è una bambina molto competente, stimolante, ha tante risorse per consolarsi nei momenti di frustrazione e per divertire gli altri. Quando però vado a riprenderla comincia la sfida…in continuazione…non vuole venire via dall’asilo, vuole andare nel posto che dice lei anziché quello che propongo io, nuon vuole lavarsi le mani, non vuole andare a mangiare, non si lascia vestire…
Io sono esausta… anche perché ho sempre fatto tanto per lei, ho giocato tanto con lei, ho inventato mille cose per divertirla…
Da poco più di un mese ci siamo trasferiti in una nuova casa. E’ stato un grande stress per tutti, io e mio marito eravamo molto tesi, perché abbiamo dovuto fare un enorme lavoro per ristrutturare questa casa… inoltre lavoriamo entrambi e non abbiamo mai nessuno che ci tenga un po’ la bambina, per svagarci un minimo. Spesso discutiamo, mio marito mi rimprovera di fronte a lei di miei comportamenti sbagliati. Il più delle volte litighiamo a causa della bimba. Da una ventina di giorni (come del resto in altri frequenti periodi) mia figlia è diventata ingestibile. Prima in lotta con suo padre, che non sapeva più come prenderla. Adesso è in conflitto perenne con me.
Io mi sento così smarrita, angosciata…
Cosa sta succedendo?
Beatrice.

Cara Beatrice,
la sua lunga lettera trasmette molto bene il senso di impotenza, frustrazione ed angoscia che lei e suo marito provate di fronte ai comportamenti contradditori di vostra figlia.
La buona notizia è che evidentemente Martina è una bambina intelligente ed autonoma, che sa relazionarsi con gli altri, dato che all’asilo, come vi hanno detto le maestre, è “molto competente, stimolante, e ha tante risorse per consolarsi nei momenti di frustrazione e per divertire gli altri”.
Il problema, da quello che riportate, sembra nascere dal rapporto con i due genitori. Naturalmente non si tratta di un problema di amore reciproco, bensì un problema di ruoli e di reazioni, più o meno inconsapevoli, alle vostre difficoltà gestionali e personali. Vostra figlia non riconosce la vostra autorità genitoriale: vi provoca e vi sfida continuamente (ci pare di capire che faccia così sia con la madre, che con il padre).
Voi lavorate entrambi e non avete aiuti, e inoltre avete appena affrontato un faticoso trasloco…
Martina è andata al nido a 21 mesi, un po’ più di un anno fa, in concomitanza, probabilmente, con la ripresa del lavoro della madre e con l’inizio dei lavori della nuova casa. Insomma, si è ritrovata proiettata da una condizione privilegiata con una madre che ha “sempre fatto tanto per lei, ha giocato tanto con lei, ha inventato mille cose per divertirla”, ad una condizione in cui i genitori erano stressati dalla casa nuova, dal lavoro e dal poter passare meno tempo con lei (per via dell’iscrizione al nido).
Parallelamente voi due genitori vi siete ritrovati in una condizione di estrema fatica, che probabilmente ha creato attriti fra di voi, come spesso accade in situazioni di forte stress: La piccola, infatti, dice “vai, prima che venga il babbo, altrimenti discutete…”.
Un altro fatto indicativo è quando la mamma chiede perdono alla figlia e lei si mette in castigo da sola.
Tutto sembra riportare le reazioni incoerenti di Martina a delle reazioni coerenti con un contesto al momento fortemente penalizzato da una grande fatica. In una condizione di questo tipo i genitori non riescono più ad assumere il ruolo naturalmente autorevole che avrebbero in condizioni di equilibrio: l’essere stanchi e meno disponibili in termini di tempo e di attenzioni alimenta il loro senso di colpa, che viene sottilmente intercettato dai figli. Questi, a loro volta, sentendo minori limiti e confini incominceranno a “trasbordare” con le provocazioni e con i capricci, salvo poi richiedere autonomamente la punizione di fronte alla resa del genitore: i bambini, infatti, hanno bisogno, per poter crescere sicuri e protetti, di regole e di relazioni contenitive.
Nei limiti del possibile, il nostro consiglio è quello di cercare dei momenti in cui vi possiate ricaricare, sia singolarmente, sia in coppia (è possibile trovare una baby-sitter anche solo per una sera ogni tanto?), sia tutti e tre insieme; e contemporaneamente accettare voi stessi e fare accettare a vostra figlia che il tempo per stare insieme è necessariamente quello, e ci si deve tutti adeguare, senza sensi di colpa e il conseguente lassismo nell’essere autorevoli e anche autoritari quando ve ne sia bisogno.
E’ altresì importante che i genitori non si spaventino di fronte alle sfide della bambina, perchè a quell’età la sfida appartiene anche ad un normale processo di crescita, in quanto la bambina sta testando i genitori e se stessa rispetto alla possibilità di prendere decisioni da sola (in definitiva inizia a differenziarsi e sta testando il proprio spazio di autonomia).
Inoltre, per quanto riguarda i genitori, è necessario riaprire o approfondire il dialogo nella coppia affinchè mamma e papà si confrontino per trovare una linea educativa comune. I genitori devono essere insieme e mai contraddirsi l’un l’altra davanti alla bimba, perchè questo crea confusione.
Ogni partner delegittima l’autorevolezza dell’altro e la bimba si trova nella posizione di dover scegliere tra indicazioni contraddittorie e, ancor peggio, di assumersi responsabilità che è troppo piccola per sostenere. Manifesta allora il suo disorientamento alternando capricci, tentativi di imporre la sua volontà, dichiarazioni di preferenza verso l’uno o l’altro genitore. Riappripriarsi del ruolo genitoriale in modo coerente e condiviso è fondamentale per la vostra coppia.


Studio Psicologia Relazionale: Psicologia della famiglia (Daniela Ciaramita – Barbara De Meo – Maria Cristina Peyrani)

Chiedi all'esperto

Vuoi fare una domanda ai nostri esperti? fa la tua domanda compilando il form, selezionando come argomento quello più pertinente alla tua domanda

INVIA DOMANDA
Categoria:
Argomenti:

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ogni settimana, tra giovedì e venerdì, ti arriverà una mail informativa sugli appuntamenti, le opportunità e le offerte del territorio.

Iscriviti