25 Settembre 2019 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Il mio compagno ha una figlia non mia

Salve!

Io e il mio compagno ci frequentiamo da circa 4 anni.

Non abbiamo la possibilità di vederci molto spesso a causa di problemi lavorativi di lui che purtroppo ci tengono lontani.

Il mio compagno ha una bimba di 7 anni avuta dall’ex moglie.

I rapporti tra lui e l’ex moglie purtroppo sono molto burrascosi e la sua ex non ha un rapporto sereno con la bambina, poiché la donna non la frequenta in maniera costante e non la mette al primo posto in molte sue scelte di vita quotidiana. Di conseguenza la bambina trascorre molto tempo con la nonna paterna.

Quando il mio compagno non è fuori per lavoro trascorre, giustamente, il suo tempo con la figlia.

La situazione adesso si è molto complicata per la nostra coppia poiché l’ex moglie è disposta a tenere la figlia un solo giorno a settimana e se il lavoro del mio compagno lo tiene lontano in quel giorno, io e lui dobbiamo attendere la settimana dopo per vederci.

Stavamo pensando di introdurre la mia presenza nella vita della bimba in modo da poter avere un rapporto di coppia più costante. Allo stesso tempo, io per prima (figlia di genitori separati che non prese bene l’arrivo dei nuovi compagni dei genitori), non voglio che la bambina soffra.

Non vorrei che mi vedesse come una “rivale” e non voglio prendere il posto di sua madre.

Vorrei un consiglio o delle indicazioni su come poter creare un rapporto sereno con la bambina del mio compagno.

Grazie per l’attenzione!

Gentile Signora,
grazie per averci scritto e per aver posto domande su un tema molto delicato quale è, appunto, il rapporto con i figli del proprio compagno.

Sicuramente con la sua domanda ha dato voce alle tante domande e ai tanti dubbi di coloro che non si osano a farle, perché non sono i genitori ma sono comunque persone che entrano a far parte della vita dei bimbi in un terreno che è spesso contaminato da paure, rivalità, giochi di potere, incertezze, etc…

Si tratta di bimbi che devono ricostruire il loro equilibrio in diversi momenti della settimana; si tratta di una vera e propria “riorganizzazione interna”. Durante la settimana vivono in un certo ambiente con determinate regole, il weekend, a seconda della cadenza mensile, vivono in un altro ambiente con altre figure e regole; sono bambini che imparano ad adattarsi ai diversi ambienti ed alcuni fanno più fatica di altri.

Gli viene comunque chiesto di approcciarsi alla quotidianità con maggiore flessibilità. (Generalmente nei sette giorni della settimana dormono e vivono in camerette diverse).

La “fatica emotiva” non è da rintracciare nella separazione come evento in sé ma per esempio dalla presenza di alcuni fattori come l’elevata conflittualità tra i due genitori, la loro incapacità a cooperare per il benessere del figlio o ancora la rivalità tra la mamma e la compagna del papà.

Cosi come la separazione non determina di per sé una difficoltà emotiva nei bambini, neanche la presenza di un compagno del proprio genitore è di per sé un elemento che può danneggiare il bimbo.

Certamente la presenza del compagno della mamma o della compagna del papà rappresenta un ulteriore cambiamento a cui adattarsi e il grado di adattamento è influenzato dalla presenza o assenza di alcune caratteristiche.

In primis, occorre che il genitore presenti al proprio bimbo il proprio compagno o compagna come tale e non come amica. La verità è un ingrediente essenziale per iniziare bene qualsiasi rapporto. Come fa il bambino a fidarsi della nuova persona se viene presentata sotto altre vesti?

In questo nuovo rapporto che si crea (tra il bimbo e la compagna del papà) deve esserci molta gradualità e rispetto dei tempi del bambino.
Suggeriamo l’importanza, prima di una vera e propria convivenza, di trascorrere prima dei momenti con il bimbo. Momenti saltuari in cui si possa fare una reciproca conoscenza, sempre in presenza del papà e della mamma.

Questi sono i consigli di carattere generale. Lei ci chiedeva come costruire un rapporto sereno.

Importantissimo il rispetto dei tempi e dei “movimenti” del bimbo. Quando parliamo di “movimenti” facciamo riferimento a come il bimbo reagisce, a volte in maniera repentina e contraddittoria, alla nuova figura. Occorre muoversi in uno spazio neutrale ed accettare che la bimba possa provare emozioni contrastanti, curiosità ma anche gelosia, felicità e rabbia, serenità e colpa.
Se lei si pone in ascolto delle emozioni della bimba e saprà riconoscerle ed accettarle, sappia che ha già fatto quasi tutto il lavoro per costruire un rapporto sereno.

Un rapporto sereno con la bimba deve essere privo di qualsiasi tipo di rivalità con la figura materna. Deve essere chiaro a tutti che la compagna del papà è la compagna e non deve sostituirsi alla figura materna.

E’ una persona che può costruire una relazione significativa con la bimba senza voler fare la mamma, come avviene anche in altri ambiti in cui la bambina è coinvolta (per esempio con un’insegnante o una zia).

Questo pensiero dovrebbe alleggerire un po’ tutti; le mamme, che spesso pensano alle compagne dei loro ex mariti come coloro che faranno le mamme al loro posto in loro assenza, e le compagne, che non sanno bene come muoversi.

Ci auguriamo che possa costruire un rapporto sereno e la ringraziamo per la domanda.

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