29 Ottobre 2018 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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L’asilo di mia figlia non ci piace

Sono una mamma di una bimba di 2 anni e mezzo, viviamo in una piccola isola della Sicilia ma io sono nata e cresciuta a Torino.
Il 12 settembre è iniziato l’asilo, non avevo mai visto la struttura, ebbene è molto vecchia finestre non a norma, priva di stanze per le attività, esistono solo tre stanze per le tre sezioni quindi per i tre anni, 4 anni e 5 anni.
Stanze piccole e con pochissimi giochi per di più vecchi e alcuni pure rotti, non ci sono libri.
La zona comune ha solo tre grandi scivoli da esterno con dei tappetoni molto sporchi. Non fanno mettere le ciabatte.
I bagni hanno i lavandini bassi ma i rubinetti sono un po distanti ed i bimbi fanno fatica ad aprirli, non esistono ganci per mettere l’asciugamano, usano un rotolo di carta che gli viene dato dalla bidella, la carta igienica idem non possono asciugarsi da soli.
Le maestre vengono cambiate ogni anno, per giunta vengono dalla terra ferma, quindi in inverno spesso non prestano servizio perché gli aliscafi non partono, quindi i bimbi restano a casa.
Non abbiamo avuto nessun avviso prima che iniziasse la scuola per sapere cosa dovevamo portare, ci siamo ritrovati spaesati e confusi, le maestre nemmeno si sono presentate, non sappiamo ancora i nomi.
I bimbi li hanno fatti entrare nelle stanze a seconda della loro età e fatti sedere in una sedia attorno ai tavolini, gli hanno messo due giochini. Una maestra ci ha chiesto il nome ed il cognome del nostro bambino/a e numero di telefono e poi ci hanno fatto uscire.
Molti bambini si sono messi a piangere disperati, sbattevano i piedi contro la porta e volevano scappare, qualcuno riusciva ad aprire la porta ed uscivano correndo, le maestre gli andavano dietro e li tiravano per le braccia per spingerli dentro contro la loro volontà…
Ad un certo punto gli hanno fatto fare merenda anche se molti bimbi erano disperati e piangevano, non li hanno nemmeno portati a lavarsi le mani. Poi li hanno fatti uscire nello spazio comune per giocare con gli scivoli, ma molti bimbi cercavano sempre la mamma, quindi una maestra prendeva un bimbo a turno in braccio.
Appena si sono fatte le 11:30 molti genitori che erano andati via sono tornati a prendersi i bambini, ed in mezzo alla confusione di bimbi e genitori che prendevano gli zainetti, hanno consegnato un lavoretto fatto dalle maestre con un ciupa ciupa… che ovviamente molti bimbi hanno mangiato.
Ora io chiedo a voi tutto questo si chiama scuola dell’infanzia?
Questo è il sistema di inserimento?
Devo pazientare e aspettare che mia figlia smetta di disperarsi..
Il secondo giorno io ero sempre fuori e lei ha pianto per tutto il tempo senza mai smettere, la maestra la rincorreva sino ai bagni e le gridava di fermarsi… Poi hanno consegnato caramelle ed io non ci ho più visto e l’ho portata via.
Sono molto delusa e triste io conosco asili ben diversi che ci sono nel mio paese natio… chiedo a voi se potete darmi dei consigli.

Gentile signora,

la sua mail è così dettagliata da essere disarmante. In poco tempo è riuscita a fare un elenco esaustivo degli aspetti problematici di questo spazio. Avere la possibilità di un confronto è una risorsa, ma può diventare anche una arma di autolesione se ci si sente di non poter far nulla.

Ogni cambiamento richiede tempo e il vostro trasferimento è stata una trasformazione radicale, da una grande città a una piccola isola, dalla terraferma alla “terra mobile”. Il primo consiglio che Le diamo è di prendere fiato, perché il rischio è di idealizzazione ciò che non ha più o per adesso. Il secondo è di trasformare questa sua capacità in un’occasione di confronto con le altre mamme o le insegnanti. Non mettiamo in dubbio che abbia ragione ma le chiediamo ancora uno sforzo: se è capace di fare un’analisi dei limiti, cerchi anche di trovare una possibile spiegazione di ciò che vede e di individuare le risorse che potrebbero essere proprio accanto ai limiti. I bambini si adattano molto più facilmente degli adulti e mentre lei osserva la scuola, sua figlia osserva lei: può apprendere dalla sua reazione una importante capacità di adattamento e problem solving.

In bocca al lupo.

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