30 Dicembre 2020 L'ESPERTO RISPONDE

Gabriella Biscaro

Gabriella Biscaro - Professional Advanced Counselor AssoCounseling - Educatrice Perinatale esperta in Allattamento (percorso MIPA) - Referente Certificata Il Parto Positivo e Baby Brains Body - Specialista in Riflessologia e Tecnica Craniosacrale - Disponibile al 320/0144212 mail [email protected]

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Lo mettiamo a letto appena inizia ad avere segni di stanchezza… ma non dorme!

Buongiorno sono la mamma di un bellissimo bambino di 3 mesi!
Purtroppo però c’è un problema che sta diventando un incubo per mio marito e soprattutto per me!
Farlo dormire!
Ogni volta che deve dormire, a prescindere che sia in braccio o in culla, per questo ormai lo facciamo dormire solo in culla anche perché si fa pesante, lui urla e piange disperatamente!
È evidente che è stanco ma se prima non fa i suoi pianti disperati, non ne usciamo!
Noi ovviamente gli parliamo, lo accarezziamo, teniamo il ciuccio perché ancora tende a perderlo visto che poi piange, ma nulla!
Spesso ci mettiamo anche un’ora per farlo addormentare!
Eppure lo mettiamo a letto appena inizia ad avere segni di stanchezza!
Ovviamente la sera ha il suo rituale: bagnetto, pappa, libro e nanna e di giorno cerco sempre di rispettare i soliti orari ma nulla!
Poi i sonnellini di giorno sono ancora più tragici perché ci metto una vita per farlo addormentare e poi dopo mezz’ora è già sveglio!
Ma ovviamente, nonostante abbia sonno, non riesce a riaddormentarsi!
E poi di giorno, proprio perché fa questi sonnellini brevi e poco ristoratori, è sempre molto irritabile e spesso dopo neanche un’ora comincia a fare i capricci perché ha sonno! Io non so più che fare, sta diventando davvero un problema!
Premetto che mio figlio è reflussante e sta ovviamente seguendo una cura! Ovviamente ha le sue ricadute ma quando è agitato per il reflusso me ne accorgo e quindi mi metto l’anima in pace in quel caso ma questa difficoltà è presente anche nei giorni in cui sta bene!
Come posso fare per evitare questi pianti e aiutarlo ad addormentarsi?
E come posso aiutarlo ad allungare i pisolini diurni affinché siano un minimo ristoratori per lui?
Grazie

Buongiorno cara mamma,

il sonno dei neonati e soprattutto il loro pianto sono dei misteri da scoprire insieme, con accoglienza e amorevolezza verso noi stessi e verso di loro.

A tre mesi e ancora per diverso tempo, il bisogno primario di un cucciolo è quello del contatto e della rassicurazione fatta proprio di calore, fisicità, profumo di mamma e papà. Il mondo fisico fuori dalla pancia è molto stimolante e a volte spaventoso: fame, freddo o caldo, pannolino da cambiare, luci, rumori, odori sono tutti stimoli nuovi con i quali il sistema nervoso del piccolo deve ancora prendere confidenza.

Per non essere sopraffatto e potersi accomodare su queste sensazioni è fondamentale che l’adulto di riferimento faccia sentire la propria presenza fisica; la vicinanza e l’accoglimento del pianto fanno percepire al neonato che l’esperienza che sta vivendo è superabile. Certo gli adulti hanno il “compito” di accogliere questi segnali come un’espressione fisiologica (in assenza di patologie verificate con visita pediatrica, ovviamente) cercando di non spaventarsi e di non prenderla sul personale, come se stessero sbagliando qualcosa. Non c’è nulla di sbagliato se un bambino di tre mesi piange o dorme poco secondo i canoni di noi adulti: è fisiologia, è istinto di sopravvivenza, è adattamento alla vita extrauterina.

Il pianto segnala un disagio, ma è anche un modo per scaricare la tensione (come succede anche a noi adulti); i cicli del sonno sono come quelli degli adulti ma i piccolini non hanno ancora maturato la capacità di gestirli, abbandonarsi e riaddormentarsi come facciamo noi. Si tratta del processo di maturazione del sistema nervoso, che si completa intorno ai tre anni circa.

I suggerimenti generali che posso darti sono

– tenere il tuo cucciolo maggiormente a contatto con te, attraverso una fascia o un supporto adatto al peso e alla tua schiena. Tenerlo solamente in braccio sicuramente per te è stancante e diventa fonte di stress. Il babywearing in questo aiuta molto: soddisfa il bisogno di contatto di entrambi ma lascia libere le mani di mamma e la sua schiena ringrazia!

– inserire nella routine giornaliera qualche minuto di massaggio in modo da rilassare, stimolare, alleviare il pianto, conoscervi meglio.

– dare spazio alle tue emozioni e a quelle del papà, provando a mettervi nei panni del vostro bambino e sintonizzandovi sui suoi bisogni che sono normali per la sua età. Forse vi aspettavate ritmi diversi, forse ti sembra di sbagliare qualcosa e le strategie che usavi prima di diventare mamma non funzionano più… immagina di fluire con il cambiamento. Così com’è stato per il piccolo uscire dalla tua pancia, così è per noi genitori: si nasce tutti a una nuova vita, da scoprire insieme!

Spero di averti dato qualche suggestione utile per comprendere questo momento (che passerà ma che getta le basi per la vostra relazione familiare), in ogni caso sono disponibile per un ulteriore confronto e per fornirti indicazioni pratiche rispetto al babywearing e al massaggio neonatale.

Attendo vostre notizie

Gabriella Biscaro

Educatrice Perinatale – Professional Counselor

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