Cara mamma,
abbiamo poche informazione per dare una risposta esaustiva alla sua domanda. Proviamo comunque a risponderle.
Una delle cose che ci colpisce è come mai questa volta non intende seguire i consigli dati dalla precedente psicologa. Ha provato a metterli in pratica anche questa volta? Non la convincevano già allora? O semplicemente vuole avere un altro parere, dato che il problema si è ripresentato?
Abbiamo anche poche informazioni circa la natura e la durata della masturbazione della sua bimba. Lo fa solo all’asilo o anche a casa?
Quante volte al giorno e per quanto tempo?
Altra informazione importante è quando lo fa, vale a dire ci sono momenti privilegiati in cui si masturba di più? Come per esempio mentre gioca da sola, oppure quando sembra annoiata, oppure prima di andare a dormire.
Queste informazioni sono molto utili per capire anche la natura del problema. La sessualità è infatti un tema molto delicato ed entrano in gioco anche le nostre convinzioni su questo tema, il rapporto che
abbiamo noi con la nostra sessualità e le nostre emozioni. Talvolta i genitori sono molto spaventati, hanno paura che il loro bimbo abbia qualcosa o che questo suo comportamento (il toccarsi) possa sfociare in un comportamento non adeguato.
Proprio perché è un tema delicato, consigliamo sempre ai genitori di non avere timore e rivolgersi ad un esperto quando si hanno dubbi o si è spaventati o ancora non si sa cosa fare.
La sessualità è infatti presente nei bambini sin da piccoli con gradi diversi di consapevolezza. I bambini nei primi mesi di vita provano piacere nel toccarsi il pisellino e la farfallina e cercano di farlo al momento del cambio. Crescendo, sono curiosi nei confronti del proprio sesso e di quello opposto, si osservano e osservano l’altro. La loro curiosità li porta a farsi molte domande. Non avete mai sentito un bimbo chiedere: “Come mai lui ha il pisellino dritto?”, rivolgendosi a quello di un altro bambino. Questa ed altre domande sono molto comuni.
Successivamente i bimbi iniziano intenzionalmente a cercare dei momenti per toccarsi, poichè sperimentano molto piacere. In genere i bimbi scelgono dei momenti particolari, in cui sono più vulnerabili, come ad esempio prima dell’addormentamento o al risveglio. Altre volte lo fanno per noia, non sanno cosa fare e quindi cercano di toccarsi per provare piacere.
E’ importante capire quando la bambina si tocca; se lo fa quando è arrabbiata, o annoiata, oppure quando i bambini non la cercano. In questi casi occorre costruire una buona alleanza con la scuola e
adottare con le maestre la stessa strategia. Per intenderci, non va bene che la bimba si tocchi in pubblico perchè annoiata o arrabbiata. In questi casi occorre avvicinarsi a lei, distrarla e promuovere il suo interesse verso un’altra attività. Se la bimba continua, occorre esplicitare che ci si tocca quando si è soli. Occorre evitare frasi che etichettano questo comportamento in modo negativo, come ad esempio: “è vergognoso quello che stai facendo”, ma piuttosto promuovere nella bimba l’idea che sia una cosa bella ma estremamente intima.
Speriamo di esserle state d’aiuto.