Gentile signora,
la sua lettera ha suscitato molte curiosità:
- ha parlato con suo figlio di questo comportamento?
- quale è il suo personale rapporto con lo sport?
- come sono le relazioni tra suo figlio e i suoi amici?
- è un ragazzo che definirebbe timido?
Il ragazzino ha quasi 12 anni ed è quindi in grado di sostenere un dialogo con lei; avete mai affrontato il tema della paura? Dico in generale, paura di stare da solo, di andare a scuola da solo e cose di questo tipo.
Nella lettera vedo affiancate due parole, quasi usate come sinonimo: paura e vergogna. Forse potremmo partire da qui, parlando direttamente con il ragazzino. Ha paura? Si vergogna?
Sono, è vero, due emozioni strettamente collegate ma è importante capire se lui ha paura di partecipare (teme di farsi male, di non essere capace di vincere) oppure si vergogna di fronte ai compagni pensando ad una possibile sconfitta perchè non vuole “fare brutta figura”.
Credo che sia un argomento da affrontare più che altro per capire se questo sia un problema per il ragazzo oppure no.
Cordiali saluti
dott.ssa Flavia Cavalero