23 Marzo 2010 L'ESPERTO RISPONDE

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Non ubbidisce

Mio figlio non mi ubbidisce / ascolta /sembra sordo.
Dobbiamo ripetere tutto minimo 4 volte!
Mio marito spesso perde la pazienza e usa la sculacciata totalmente inutile (ma lui non si rende conto) non da nessun risultato.
Io credo nel dialogo… potete consigliarci come il nostro maschio di appena 3 anni potrebbe darci ascolto?
Grazie

Cara Silvia,
Se un bambino di tre anni si oppone o adotta atteggiamenti ostinati di negazione alle richieste dei genitori, questo rientra nella norma ed è buon segno: sta cercando di superare la prima dipendenza infantile.
Certamente la situazione per i genitori non è piacevole.
Che fare?
Innanzitutto sapere che questi atteggiamenti fanno parte di un processo naturale di crescita può aiutarvi a non spaventavi e a vivere in modo più sereno questa fase.
Occorre poi che vi rendiate conto di quali emozioni scatena in voi questo comportamento: rabbia, impotenza, inadeguatezza…. o magari altre.
Sta a voi ascoltarvi e poi valutare quanto queste emozioni influiscano nella vostra reazione al suo atteggiamento.
Reagire in modo immediato in base al vissuto del momento normalmente non sortisce un buon effetto.
Il bambino tenderà a chiudersi sempre di più, adottando atteggiamenti di difesa, anziché aprire il dialogo che la mamma auspica.
Se riuscite a sdrammatizzare la situazione e vi ponete in un atteggiamento di osservazione e comprensione di quel che il bambino sta vivendo, se cercate di capire il suo vissuto anziché rimanere ancorati sulla vostra esigenza di obbedienza, è più facile che troviate un atteggiamento idoneo alla situazione del momento.
Un comando si può trasformare in un gioco, si può lasciare al bambino la scelta delle modalità di effettuazione di una richiesta, si può avvisarlo in anticipo di quel che dovrà fare dopo, si possono proporgli soluzioni alternative o invitarlo a trovarle…
Allora una situazione di stress si può trasformare in una situazione creativa, in cui il bimbo percepisce l’affetto e l’interesse del genitore e vede riconosciuta quella sua esigenza di emanciparsi, di sentirsi considerato, di trovare uno spazio suo pur nel contesto del contenimento e delle indicazioni date dagli adulti.
Sento in te, Silvia, questo desiderio di comunicazione con tuo figlio.
Tienilo a mente mentre ti relazioni a lui, non spaventarti delle sue risposte o non risposte.
Se gli mandi un messaggio che non riveli la tua preoccupazione di ottenere un risultato, ma manifesti fiducia in te e attenzione a lui, le soluzioni man mano compariranno.
Auguri!

Elena Ferrero

La dr. Elena Ferrero, counsellor professionista, offre la possibilità di un primo incontro gratuito su appuntamento su argomenti riguardanti la relazione con i figli.

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