Cara mamma,
qualche sporadica e lieve sculacciata sul pannolone, per farsi ubbidire in casi veramente estremi male non fa, anche a 23 mesi. Il problema che ci porta, tuttavia, ci sembra più ampio.
Dalla sua breve lettera emerge una divergenza di vedute rispetto al modo di educare il bambino, tra lei e suo marito, e anche una diversa modalità di porsi con lui: suo marito, dice, è molto impulsivo ed ha poca pazienza, mentre lei predilige il dialogo.
In realtà non esiste un modo giusto e uno sbagliato nel porsi con il proprio bambino, anche perchè il modo rispecchia, tra le varie cose, il carattere di una persona, ben difficile da modificare.
Per avere un approccio educativo equilibrato va benissimo il dialogo, così come, talvolta, va benissimo essere più autoritari o autorevoli.
Tutto sta nell’adeguatezza della reazione del genitore alla situazione, nel senso di non essere troppo rigidi o troppo estremi nella propria modalità. Quando questo accade è importante riconoscerlo (e spesso è l’altro genitore che se ne accorge), perchè l’eccesso rivela una certa difficoltà.
Tutte le volte che siete esagerati nelle vostre reazioni al comportamento di vostro figlio cercate di capire cosa vi mette così tanto in difficoltà, e cercate di chiedere aiuto all’altro genitore, che potrà intervenire con la propria modalità, sì diversa, ma forse in quella specifica situazione più efficace. E’ importante, altresì, che dialoghiate per concordare una linea educativa comune, al di là della differenza di stili per “farsi ubbidire”. Siete d’accordo sulle regole e gli insegnamenti che intendete trasmettere a vostro figlio? Questo potrebbe essere un buon punto di partenza, poichè nel difficile compito di genitori vi potrete considerare reciprocamente alleati, e trasmetterete a vostro figlio richieste e messaggi chiari e non contusivi.
qualche sporadica e lieve sculacciata sul pannolone, per farsi ubbidire in casi veramente estremi male non fa, anche a 23 mesi. Il problema che ci porta, tuttavia, ci sembra più ampio.
Dalla sua breve lettera emerge una divergenza di vedute rispetto al modo di educare il bambino, tra lei e suo marito, e anche una diversa modalità di porsi con lui: suo marito, dice, è molto impulsivo ed ha poca pazienza, mentre lei predilige il dialogo.
In realtà non esiste un modo giusto e uno sbagliato nel porsi con il proprio bambino, anche perchè il modo rispecchia, tra le varie cose, il carattere di una persona, ben difficile da modificare.
Per avere un approccio educativo equilibrato va benissimo il dialogo, così come, talvolta, va benissimo essere più autoritari o autorevoli.
Tutto sta nell’adeguatezza della reazione del genitore alla situazione, nel senso di non essere troppo rigidi o troppo estremi nella propria modalità. Quando questo accade è importante riconoscerlo (e spesso è l’altro genitore che se ne accorge), perchè l’eccesso rivela una certa difficoltà.
Tutte le volte che siete esagerati nelle vostre reazioni al comportamento di vostro figlio cercate di capire cosa vi mette così tanto in difficoltà, e cercate di chiedere aiuto all’altro genitore, che potrà intervenire con la propria modalità, sì diversa, ma forse in quella specifica situazione più efficace. E’ importante, altresì, che dialoghiate per concordare una linea educativa comune, al di là della differenza di stili per “farsi ubbidire”. Siete d’accordo sulle regole e gli insegnamenti che intendete trasmettere a vostro figlio? Questo potrebbe essere un buon punto di partenza, poichè nel difficile compito di genitori vi potrete considerare reciprocamente alleati, e trasmetterete a vostro figlio richieste e messaggi chiari e non contusivi.