29 Maggio 2012 L'ESPERTO RISPONDE

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Piange già la sera per andare a scuola!!

Gentile Dottoressa,

mia figlia (unica) di 6 anni e mezzo frequenta la prima elementare, e dopo il primo mese di distacco difficile al mattino davanti alla scuola, ha iniziato ad andarci abbastanza volentieri.

Ora sono una paio di mesi che manifesta un forte disagio per quanto riguarda mangiare alla refezione. Mi dicono le assistenti, ma anche mia figlia, che lei entra già alla refezione con le lacrime agli occhi, mal di gola (magone), etc.. Astrid, questo il nome di mia figlia, dice che le riempiono troppo il piatto e che la cuoca brontola e riprende i bimbi se non mangiano tutto. Ma poi a volte accetta volentieri l’invito di mangiare in cucina insieme alla cuoca. Poi andava un po’ meglio, ma nel mese di marzo hanno introdotto una giornata alla settimana di piatti tipici locali…e riapriti cielo!!! Prima di Pasqua la cuoca è stata assente per diversi giorni e la mia bimba andava a scuola serena e mangiava tutto. Dopo le vacanze di pasqua il rientro è un disastro, ha persino vomitato a scuola una mattina dall’ansia.

Il mercoledì che c’è solo mezza giornata e quindi non si mangia a scuola, non c’è grande pianto, solo un po’ di malavoglia… “non mi piace la scuola”…

All’uscita della scuola è sempre contenta, esce saltellando, alla domanda di come è andata a scuola risponde: “Bene, mi sono divertita. Ho mangiato tutto, ho pianto solo un po’!” oppure “Tutto bene, ma avevo tanto magone alla refezione e allora ho mangiato in cucina.” a volte dice che le da fastidio il “brusio” della mensa. Ora dice che vuole stare seduta vicino alle sue amiche a pranzo e piange perchè non è più vicino a loro. (Li hanno spostati tutti un paio di giorni fa)… Viviamo in un paesino di mille abitanti, dove ogni sezione delle elementari conta al massimo 13 alunni (una sezione per classe!!) e tutti conoscono tutti!!

La situazione familiare è la seguente: io e il mio compagno abbiamo optato di vivere ognuno nella propria abitazione da circa tre anni e mezzo e abbiamo trovato il nostro modo per salvaguardare il nostro rapporto, la bimba inizialmente chiedeva perchè e noi le abbiamo spiegato che non andavamo d’accordo sotto lo stesso tetto, mentre così andiamo d’accordissimo. Infatti anche chiedendole ogni tanto se era triste per questa situazione, dice di no. Dorme due o tre sere da papà e le altre da mamma, ma se chiede qualche cambiamento di giorni se è possibile rispettiamo la sua richiesta.

A scuola mi docono che tende a essere una leader, a comandare i compagni, un po’ tende a farlo anche a casa e con i nonni.

Potrebbe essere una sua reazione al fatto di non sentirsi al centro della situazione durante la refezione? Tutti i bimbi sono insieme in quella occasione, e quindi non si fanno differenze….

Non so più cosa pensare…

Grazie mille per una risposta

Cara mamma,

Astrid manifesta dichiaratamente di non amare la scuola e ancor di più la refezione. Il mercoledì, giorno settimanale in cui la refezione scolastica non c’è, al mattino piange, anche se di meno rispetto agli altri giorni ed entra a scuola malvolentieri. Gli altri giorni entra alla refezione col magone, piange e ha mal di gola: sembrerebbe quasi che abbia difficoltà a mandare giù il cibo. E purtroppo dopo Pasqua c’è stato un episodio di vomito, che va ad aggravare la sintomatologia. Il fatto che mangi volentieri con la cuoca (che però brontola, riprende i bambini se avanzano del cibo nel piatto), mi fa pensare, più che ad una ricerca di attenzioni, ad un bisogno di contenimento. Il comportamento di sua figlia, desta delle preoccupazioni e va analizzato attentamente. Potrebbe dipendere da difficoltà legate alla frequenza ed all’apprendimento, potrebbe coincidere con eventi critici.

Inoltre i bambini che hanno avuto minori occasioni sociali, che hanno vissuto i primi anni di vita a stretto contatto con la mamma o con figure sostitutive, avvertono un forte disagio al momento del distacco, che si manifesta con tipiche forme di ansia da separazione.

Il motivo per cui i bambini non vogliono andare a scuola di solito non dipende dall’ambiente scolastico, ma dall’ansia di separarsi dalla mamma o dalla propria casa, dove talora possono esistere situazioni di disagio o precarietà. È vero che la mamma e il papà di Astrid stanno insieme e vanno d’accordissimo, però non vivono sotto lo stesso tetto e questa non è una situazione normale per la bambina. Se negli anni precedenti la bambina ha mostrato di accettare la situazione, magari l’ingresso a scuola ha scosso il suo equilibrio.

L’ingresso a scuola è un momento evolutivo estremamente importante, perché la bambina deve rinunciare al suo egocentrismo fisiologico ed adattarsi a far parte di un gruppo con le sue regole e l’ingresso alla scuola elementare è ancora più complicato, perché prevede anche una prestazione, che è l’apprendimento.

E lo è ancora di più, se la bambina non ha frequentato l’asilo (questo non lo so e quindi non posso fare ulteriori considerazioni a questo proposito).

Inoltre potrebbero verificarsi delle discrepanze fra le modalità educative familiari e le regole scolastiche, oppure potrebbe esserci una richiesta di impegno eccessiva rispetto alle capacità della bambina. È bene che lei verifichi questo punto con le maestre, perché potrebbe essere causa di stress.

Ci sono situazioni in cui il rifiuto per la scuola si verifica quando la mamma è iperprotettiva ed è quindi essa stessa ad aver paura dell’abbandono, a provare disagio nella separazione e proietta sulla figlia questi suoi stati d’animo.

Con questa mia risposta le ho dato un po’ di spunti sui quali fare delle opportune considerazioni.

Provi a ragionare anche sui suggerimenti seguenti: se Astrid ha frequentato la scuola materna o l’asilo nido e se ha avuto difficoltà di inserimento o a mangiare in mensa, se a casa mangia volentieri, se a scuola relaziona bene con i compagni e con le maestre.

Per qualunque richiesta può contattarmi, trova i miei riferimenti sul sito di Torinobimbi.

Saluti dalla psicologa

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