5 Settembre 2021 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Piange per andare a scuola

Buongiorno, mia figlia di 7 anni da una settimana piange la mattina per andare a scuola.

Nel corso della giornata si lamenta che sta male e che ha male all’orecchio, ma in realtà non ha niente perché dalle visite che le ho fatto fate dalla pediatra non è venuto fuori nulla. Ho provato a parlare con le maestre per capire se c’erano dei problemi con i compagni, ma né io e né loro riusciamo a capire qual è la causa.

A scuola va bene, le maestre sono molto pazienti e disponibili, con i compagni ha un bel rapporto. Lei continua a dirmi che a scuola le manco e ogni giorno mi chiede se vado a prenderla io.

Da Ottobre ho perso il lavoro ma non le ho detto nulla, perché altrimenti vuole venire a pranzo a casa e lei deve stare a scuola fino alle 16,30. Ogni tanto la prendo per farla stare un po’ più serena.

Non so più come comportarmi! Le ho provate tutte: dall’ essere paziente, all’essere decisa. Come posso fare per aiutarla prima che diventi veramente un grosso problema.

Grazie mille

La tua domanda è molto importante, mi rendo conto che il mio sia un segno di deformazione professionale, ma avrei bisogno di avere qualche informazione in più.  Ti rispondo dando per scontate alcune cose, ad esempio che non ci siano stati cambiamenti importanti nella vita familiare o in quella scolastica, che non siano emerse difficoltà scolastiche ma, la cosa  principale è che parto dal presupposto che si tratti di un comportamento che la bimba non aveva manifestato prima.

Ritengo sia sempre necessario indagare a fondo sulle manifestazioni di malessere, escludendo innanzitutto che non vi siano cause organiche.  Il male all’orecchio ad esempio, una volta escluso che sia una questione otorinolaringoiatrica, potrebbe essere collegato ad un problema di denti. Appurato che non sia nulla di organico, se il malessere fisico e il disagio continuano a manifestarsi è importante parlare con le maestre, cosa che hai fatto, indagando se hanno notato  altri cambiamenti nel comportamento della bambina.  Visto che descrivi le insegnanti come disponibili e pazienti, crea con loro un’alleanza e lavorate congiuntamente per aiutare la bambina . Mi sembra che tu questi passi li abbia già fatti tutti, è giunto il momento di parlare con lei invitandola ad esprimere a parole quanto sente e prova quando sta male. Per aiutarla a descrivere questo suo stato d’animo potresti proporle di fare un disegno (tecnica facilitante per l’espressione delle sensazioni) che illustri le sue sensazioni e, man mano che disegna, potresti chiederle “cosa è questo”, “come mai di questo colore?” e così via, cercando di costruire con lei un dialogo.  L’interpretazione dei disegni è una cosa complessa, ma possono comunque essere utilizzati come traccia per favorire un dialogo. Poi, anche in base a quanto emerge, poi decidere di cercare un aiuto professionale.

Considera anche che, a volte, è sufficiente un episodio non eclatante per fare chiudere un bambino in sé e/o fargli sentire la mancanza dell’accettazione incondizionata e del calore genitoriale. Dici che la bambina  non sa che da ottobre non lavori più e sei a casa, sei così sicura che non lo sappia? Che, ad esempio, non abbia sentito qualche conversazione? Sto solo insinuando un dubbio che nasce dalla consapevolezza che i bambini sono molto più svegli di quanto noi pensiamo.

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