8 Aprile 2010 L'ESPERTO RISPONDE

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Un bimbo timido?

Buongiorno,
sono la mamma di un meraviglioso bimbodi 21 mesi molto intelligente e ubbidiente.
Dalla nascita io e mio marito siamo sempre stati molto presenti nella sua vita ed oltre a noi il bimbo ha frequentato per la maggior parte del tempo (soprattutto in ns assenza) adulti.
Abbiamo creato intorno a lui la massima tranquillità (o almeno crediamo!) anche perchè siamo fortunatamente una coppia piuttosto solida e pacifica.
Il piccolo non va all’asilo ma cerchiamo comunque di farlo incontrare con qualche altro bimbo ma il risultato è quasi sempre disastroso nel senso che lui non gurda neanche in faccia gli altri e gioca quasi sempre da solo.
Quando gli altri bimbi gli strappano i giochi lui non reagisce e fa finta di niente e da qualche giorno si nasconde dietro le mie gambe.
Io gli dico ogni volta che se non vuole che gli altri bimbi gli rubino i giochi deve dirglielo ma lui ogni volta assume lo stesso atteggiamento.
Visto la tenera età del bimbo la cosa non mi dovrebbe preoccupare ma ogni volta mi chiedo se il mio atteggiamento è quello giusto.
Vi ringrazio per la risposta (anche se non sono di Torino).
A presto
Ivana

Cara Ivana,
quello che tu sottolinei rispetto alla capacità dei bambini piccoli di “giocare insieme” o meglio della loro non capacità, corrisponde a verità.
Spesso ci dimentichiamo che è una competenza emotiva e intellettiva che richiede molte energie e una “certa” maturità che si costruisce attraverso le esperienze.

Avere amici con i quali giocare non è sempre facile per un bimbo così piccino perché, pur essendo recettivo e sensibile rispetto a ciò che gli succede attorno, non è ancora pronto a socializzare e spesso, come dici nella lettera, il risultato è “disastroso”.
Credo, semplicemente, che tuo figlio metta in atto quello che vede fare dai suoi genitori e dai nonni e cioè un atteggiamento pacifico e tranquillo, pertanto non reagisce quando gli altri gli portano via il giocattolo. Rimane stupito e intimorito così si nasconde fra le tue gambe sia per la “forza“ che sente nel gesto degli altri, sia per la forza di reagire che sente crescere dentro di sé.
Questo spirito di ribellione per lui è un sentimento nuovo, che non conosce e non sa modulare, e, soprattutto, non sa come e se verrà accettato dai grandi che lui ama.
È un discorso complesso, mi rendo conto, perché è ricco di emozioni differenti che si intrecciano fra loro e che posso solo supporre, ma tu puoi osservare ai giardinetti o in ludoteca come, giorno dopo giorno, tutto questo può sviluppare reazioni diverse.
Se il piccolo continua ad assumere lo stesso atteggiamento potresti cambiare tu strategia: domandagli cosa vuole fare o dire, oppure suggeriscigli che è più gentile e rispettoso chiedere i giochi piuttosto che strapparli di mano e che bisogna essere comprensivi verso quel bimbo che ancora non sa chiedere.
In questo modo riporti al centro della tua attenzione il suo sentire e nello stesso tempo lo rassicuri che TU sarai sempre comprensiva nei suoi confronti.
Accompagnalo a chieder la paletta o la palla di qualcun altro o semplicemente aspetta che lui si senta sicuro e forte abbastanza da farsi rispettare: ogni cosa ha un suo tempo e un tempo per ogni cosa, no?
Ai giardinetti si può avere un bello spaccato di come sia complessa la realtà sociale di noi adulti: si muovono meccanismi sottili di proprietà, rispetto, individualismo, turnazioni, condivisione e buona educazione… ma se è il posto dei bambini, quello in cui loro giocano a diventare grandi, perché gli adulti ci mettono troppo spesso il becco?
A presto

Arianna Fucarino
Associazione Guardaluna– Torino

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