8 Ottobre 2012 L'ESPERTO RISPONDE

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Mia figlia non vuole andare all’asilo e peggiora ogni giorno di più

Sono la mamma di una bimba di quasi 5 anni, al 3° anno di scuola dell’infanzia.

Come tutti gli anni, all’inizio dell’asilo abbiamo assistito a pianti e vomito, il primo anno e a mal di pancia, diarrea e vomito questi ultimi 2 anni. Il problema, almeno gli altri 2 anni, si risolveva nella prima sett. di frequentazione, certo questo non significa che dopo questa sett. andasse volentieri e con il sorriso sulle labbra, c’era sempre il mal di pancia, ma almeno la sitazione era più tranquilla.

Quest’anno siamo alla 3 settimana e le cose non sono migliorate ed oltre al non volerci lasciare, si è presentato un altro problema, quello che non vuole fare le schede (i loro compiti in classe).

Dopo averne fatto una i primi giorni si è spaventata e come la maestra gliene mette una davanti, prima piange e vomita e poi quando si è calmata la fa e anche bene. Devo dire che la maestra, anche gli altri anni, mi ha sempre detto che era l’ultima a finire e che guardava prima quello che facevano gli altri e poi iniziava lei, quindi l’insicurezza c’era già. Parlandone con la bimba, mi ha detto che qualche amichetto, un pò più grande di lei, ma non so quanto più capace, l’ha criticata mentre la faceva e lei se l’è presa. Anche la maestra, alla quale mi rivolgo spesso per parlare della situazione di mia figlia, mi ha confermato la stessa versione. E’ come se crescendo riesce sempre meno a far fronte alle difficoltà, che chiaramente aumentano. La situazione mi preoccupa e non poco, visto l’avvicinarsi della 1 elementare, dove non mancheranno interrogazioni e compiti e le maestre non potranno starle dietro, ma ancor di più per il suo futuro approccio alla vita.

Dal canto nostro, cerchiamo di farle fare qualche compito a casa e la lodiamo sempre, qualsiasi cosa riesca a fare da sola, fosse anche vestirsi e so per certo che anche la maestra lo fa, visto la bimba me lo dice. Inolte cerco sempre di parlarle di tutti i vantaggi derivanti dal frequentare l’asilo, giocare, imparare e stare con gli altri, ma mi sono stancata, sembra che tutto non funzioni e che parli al vento.

Aggiungo, per una più ampia visione della situazione, che mia figlia è timida, affettuosa, pigra per tutto ciò che non riguarda il gioco, non reagisce alle angherie dei compagni, non sa farsi valere, ma quando la vado a prendere all’asilo, la trovo contenta e sorridente. Quando la porto alla villetta invece gioca con tutti, anzi diventa incredibilmente arrogante e maleducata. Infine, fra qualche mese non sarà più sola, visto l’arrivo di un fratellino e che la sottoscritta è la prima ad evere poca autostima e molta insicurezza.

Spero di essere stata esauriente, cosa dobbiamo fare? Grazie

Cara mamma, sicuramente la bambina vive con difficoltà il distacco dalla figure genitoriali. Queste difficoltà si erano già riscontrate nei primi due anni di scuola materna, accompagnate da episodi di pianto, vomito, mal di pancia e diarrea. L’accusare mal di pancia per non andare a scuola, insieme ad altri malesseri di lieve entità non è grave; nel suo caso, però, la bambina vomita, manifesta sintomi spiccatamente psicosomatici (ad es. la diarrea), nessuna forma di rassicurazione ottiene risultati e la scena si ripete inesorabilmente tutte le mattine. Vista la sintomatologia,  occorre fare delle riflessioni.

Spesso la ragione non risiede nell’ambiente scolastico, ma nell’ansia generata dall’allontanamento dalle figure genitoriali. I sintomi e i malesseri che lei espone, oltre a riguardare la difficoltà a distaccarsi da lei, sembrerebbero legati ad un senso di insicurezza ed inadeguatezza, come lei espone nella sua domanda. Il distacco dai genitori avviene con tranquillità se la bambina ha la capacità di mantenere salde dentro di sé le figure interne genitoriali.

Farle fare qualche compito a casa non serve, perché a scuola dopo la reazione di pianto e vomito, la bambina esegue la consegna completando la scheda in modo soddisfacente. Da qui si evince, che le difficoltà di sua figlia non riguardano il piano cognitivo, ma i piani emotivo e relazionale ed è su questi che bisogna lavorare.

Le consiglio di intensificare i momenti di intimità in cui rassicurare sua figlia, riconoscere e apprezzare le conquiste che fa. Per agevolare la separazione, può ricorrere a qualche oggetto transizionale che la bambina può tenere in tasca durante le ore di scuola ( un pupazzetto, un foglietto su cui imprimere un bacio …).

Qualora la situazione non dovesse migliorare le consiglio di cercare l’aiuto di un professionista, nello specifico uno psicoterapeuta.

Saluti dalla psicologa

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