14 Novembre 2021 L'ESPERTO RISPONDE

Gabriella Biscaro

Gabriella Biscaro - Professional Advanced Counselor AssoCounseling - Educatrice Perinatale esperta in Allattamento (percorso MIPA) - Referente Certificata Il Parto Positivo e Baby Brains Body - Specialista in Riflessologia e Tecnica Craniosacrale - Disponibile al 320/0144212 mail [email protected]

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Neonato e contatto fisico: quando è troppo?

Buongiorno, mi chiamo Maria e sono mamma di un bimbo di 5 mesi.
Il mio essere madre è stato fin da subito spontaneamente caratterizzato da un contatto continuo: dorme nel lettone, uso quotidianamente la fascia per molte ore, lo tengo molto in braccio, lo massaggio… ed è tuttora così.
Ora che ha 5 mesi mi sto interrogando sul limite tra vero bisogno del bambino ed abitudine acquisita.
Nel caso specifico, mio figlio di giorno non riesce ad addormentarsi né a dormire se non tra le mie braccia e grazie al seno oppure nella fascia uscendo fuori a passeggiare.
Tutte le volte che, una volta addormentato, provo ad adagiarlo sulla culla o sul divano, si sveglia subito (di notte invece, dopo averlo addormentato al seno, riesce a dormire sul materasso accanto a me). So che questo è il caso di tantissimi bambini ma mi chiedo se questo esprima ancora un bisogno estremo di contatto -che, una volta rafforzata la fiducia, dovrebbe diminuire nel tempo, oppure se si tratti anche di una abitudine data da me.
Nella seconda ipotesi, sarebbe il caso di iniziare a rendere mio figlio più “autonomo” nel dormire di giorno, sto in qualche modo rallentando la sua autonomia?
Lui sta facendo enormi progressi per il resto, ma sotto il punto di vista della nanna diurna non c’è stato alcun cambiamento da quando è nato.
Grazie molte per il bellissimo servizio che offrite, un caro saluto, Maria

Buongiorno Maria,

le tue domande sono molto interessanti e riguardano sicuramente tanti genitori alle prese con i cambiamenti così importanti che caratterizzano i primi mesi di vita dei bebé.

Spesso negli incontri di massaggio neonatale mi piace ricordare ai genitori alcune osservazioni riguardanti il nostro essere mammiferi, che potrebbero apparire scontate ma non lo sono per niente. In particolare rispetto al fatto che l’essere umano appartiene a quella categoria di mammiferi che porta i cuccioli sempre con sé e non a quella in cui questi vengono lasciati nella tana mentre i genitori sono fuori a procacciare il cibo. Anche se i nostri figli nascono in questo millennio, portano con sé memorie ancestrali e con lentezza vivono e si adattano ai ritmi odierni.

Un altro dato fisiologico ci dice che nell’evoluzione della nostra specie, nei millenni la postura eretta della donna ha indotto una nascita precoce dei cuccioli: precoce rispetto ad altri animali che danno alla luce creature che possiedono competenze di autonomia ben più avanzate.
Quindi, essendo noi bipedi e non potendo partorire dei bambini di 10-12 chili (!!!) dopo una gravidanza di 18 mesi… i nostri bebé vivono nove mesi nel grembo materno (endogestazione), ai quali segue il parto/nascita e altri nove mesi di esogestazione, in cui lo sviluppo immaturo dell’organismo richiede una forte simbiosi con la mamma o comunque con un adulto altamente accudente. Verso gli otto-nove mesi si osserva poi una fase in cui il bebé comincia a rivolgersi con maggiore attenzione ed interesse al mondo esterno e a distinguere le diverse figure di accudimento (e può attraversare la cosiddetta paura dell’estraneo).

L’età del tuo bimbo rientra quindi in questa fase di esogestazione in cui il bisogno di contatto generalmente è ancora molto presente e importante. Condivido ciò che dici rispetto al soddisfacimento di un bisogno che crea le basi per un attaccamento sicuro, e secondo il mio parere non si tratta tanto di un’abitudine quanto di una necessità fisiologica.
Come ti senti in questo periodo? Preferiresti modalità o situazioni diverse da quelle che stai/state vivendo?

Sei una mamma molto attenta e coglierai sicuramente i segnali che ti porteranno a modificare il vostro modo di stare insieme, nell’arco di poche settimane succedono davvero tante cose importanti, come avrai già sperimentato in questi primi cinque mesi.

Vi faccio i miei migliori auguri di una crescita sana e armonica!
Gabriella

Gabriella Biscaro
Educatrice Perinatale – Professional Counselor
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