28 Gennaio 2010 L'ESPERTO RISPONDE

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Non riconosce l’autorità

Buongiorno,
ho letto anch’io la lettera di Beatrice:
Come rispondere alle sfide dei bambini?. Ho ritrovato tante cose in comune. Ho un bambino di nome Edoardo di 4 anni compiuti lo scorso Settembre.
Il suo problema piu’ preoccupante e’ che non riconosce le autorita’: non teme le insegnanti della scuola materna. Si mette in mostra con gli altri compagni. Risponde a tono, avendo altresi’ un vocabolario molto ben fornito. Anche con noi tenta sempre di sfidarci.
Io sono molto dura e non gli permetto di mancarmi di rispetto.
Lo metto in “sospensione” facendogli capire che la mamma deve essere ascoltata e rispettata.
Il papa’ e’ un po’ piu’ dolce, ma dopo aver visto l’insegnante abbastanza risentita…. si e’ un po’ preoccupato.
Cosa possiamo fare?
Ci date qualche consiglio.
Grazie
Nadia

Cara Nadia,
il consiglio che possiamo darvi è quello di cercare di capire che tipo di rapporto avete voi due genitori con l’autorità, facendovi una serie di domande:
innanzitutto, a chi assomiglia Edoardo?
E poi: chi di voi due avrebbe voluto sfidare l’autorità davanti ai compagni e non ha mai avuto il coraggio di farlo?
Oppure: chi di voi due ama sfidare l’autorità?
Ma soprattutto: perchè?
E via dicendo…
Ogni figlio (in particolare se molto piccolo) risponde a bisogni e desideri profondi dei genitori, quant’anche questi fossero totalmente inconsapevoli al genitore stesso.
I figli sono uno specchio, dipendono dai genitori da tutti i punti di vista e a loro si devono adattare per poter sopravvivere. La comunicazione avviene in modo alquanto sottile e non necessita di parole o gesti evidenti. Il bambino sa e “risponde”.
Dunque, paradossalmente il suo comportamento a scuola, a un qualche livello, può avere a che fare con voi genitori: uno dei due, o entrambi.
Naturalmente c’è anche un’indole propria del bambino, ma spesso quest’indole è soppraffatta dai condizionamenti familiari e tarda a venire fuori.
Il compito di un genitore è quello di discernere tra ciò che è suo e si rispecchia sul figlio, e ciò che è del bambino.
L’indole, quando è libera di esprimersi, difficilmente crea problemi o situazioni disfunzionali.
Il primo passo per liberare i figli dai nostri condizionamenti è averne il più possibile consapevolezza.


Ricordiamo che lo Studio di Psicologia Relazionale offre la possibilità di avere un primo colloquio gratuito (individuale o di coppia) con una psicoterpeuta familiare su appuntamento.


Lo staff dello Studio di Psicologia Relazionale (Daniela Ciaramita – Barbara De Meo – Maria Cristina Peyrani) sono curatrici della rubrica Psicologia di Torinobimbi

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