Cara Claudia,
tua figlia ha trovato una modalità di comunicare i suoi bisogni ed i suoi disagi che non è efficace! Ricorrendo al pianto, vi mette nella condizione di non comprendere le sue esigenze, ma di doverle indovinare con scarsa efficacia nell’intervento da parte vostra e conseguente perdita di tempo.
Oserei dire che la bambina attua un comportamento più infantile rispetto all’età, visto che il pianto è la modalità di comunicazione del bimbo molto piccolo, che man mano che cresce utilizza forme più differenziate e chiare di relazionarsi con gli altri.
Tuttavia il problema non mi pare così grave. Probabilmente si tratta semplicemente di una questione di apprendimento e del desiderio di una maggiore qualità della vostra presenza. Fin da quando i bimbi sono neonati sarebbe opportuno accompagnare i nostri interventi su di loro con la voce, spiegando quel che facciamo ma anche modulando la voce in modo che percepiscano il nostro tono emotivo sottostante, ad esempio premura, attenzione, interesse, affetto, ecc.
In questo modo i bimbi imparano a decodificare il mondo circostante, a dare significato alle azioni e a riconoscere emozioni e sentimenti che le accompagnano. Purtroppo la fretta che caratterizza il nostro tempo non ci lascia molto tempo per questi aspetti della relazione.
Tu dici che le spieghi le cose e la inviti a comunicare più chiaramente il suo disagio. Forse in questo caso la tratti più da adulta di quel che è. Utilizzi un linguaggio razionale che si rivolge alla sua razionalità e fa appello ad abilità, come lo spiegarsi chiaramente, che probabilmente non possiede ancora o che magari semplicemente non è abituata ad usare.
Il suo ricorrere ad atteggiamenti più infantili potrebbe denotare un suo desiderio di maggiori attenzioni, potrebbe indicare che lei percepisce un tuo rivolgerti maggiormente all’aspetto pratico della situazione piuttosto che a lei come persona. Insomma, potrebbe esserci una richiesta di maggiori attenzioni a lei piuttosto che alla soluzione del problema, ad una maggiore affettività nei suoi confronti.
Tu dici che le spegni la tv, non hai in mano il palloncino che ti ha affidato, non sa allacciarsi la cintura di sicurezza …. Tutta queste operazioni richiederebbero un maggiore coinvolgimento della bimba, una maggiore attenzione a lei in modo che da un lato si senta più considerata e dall’altro effettivamente apprenda le abilità che le necessitano per essere più chiara.
Spegnere la tv mentre sta guardando qualcosa richiederebbe un minimo di verbalizzazione. Ad esempio: “E’ tardi, che ne dici se andassimo a dormire?” La risposta, se come tu dici la bimba accetta le cose che le spieghi, potrebbe essere un sì immediato, ma anche se ti chiedesse qualche minuto ancora per la conclusione della sequenza in atto, non sarebbe una tragedia.
Non avere in mano il palloncino che lei ti ha affidato può effettivamente metterla in crisi, se non c’è una spiegazione da parte tua quando lei ti si avvicina.
Anche allacciarsi la cintura richiederebbe un momento precedente di istruzioni. Se sono già state date, il suo piagnucolare potrebbe risolversi facilmente con un’attenzione a lei, del tipo: “Non riesci ad agganciarla?”
Tutte queste modalità l’aiuterebbero proprio ad imparare da te una modalità più efficace di comunicazione che non solo voi desiderate, ma di cui anche lei ha bisogno, e a mostrarle un’attenzione all’aspetto emotivo della relazione in modo che lei si appropri di codici più evoluti rispetto al piagnucolare.
Insomma, l’impressione che io ho è che il suo piagnucolare infantile rispetto all’età sia proprio un cercare di apparire più piccola, visto che si sente trattata troppo da adulta, quando fai appello alla razionalità piuttosto che ad un atteggiamento più accogliente rispetto alle sue esigenze. Sei tu l’adulta con il compito di insegnarle!