23 Ottobre 2021 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Come posso aiutare mio fratello a scuola?

Salve, mi chiamo Cristian ho 23 anni e voglio chiedere un parere ad un medico di psicologia infantile riguardo un parere su mio fratello Stefano.

Riassumo la nostra storia: da premettere che adesso Stefano ha 7 anni e i nostri genitori si sono separati quando lui ne aveva 2 e mezzo da quel momento abitiamo con nostra mamma, papà dai nonni. Diciamo che il rapporto tra i miei è normale e per amore del bambino non hanno mai creato davanti a lui situazioni che possano comprometterlo e farlo stare male.

E’ un bambino molto tranquillo, ascolta quasi sempre ed è generoso. E’  molto intelligente, infatti come usa il mio Pc , il mio iPhone e la Wii è veramente impressionante!!

La cosa che un po’ mi preoccupa che Stefano piange spesso anche per cose banali o per un rimprovero, infatti siamo molto cauti su questo.

Parlando della scuola non va proprio male perchè le cose le impara tranquillamente peró a scuola le maestre ultimamente ci dicono che in classe è sempre distratto, se gli chiedono qualcosa, dice sempre di aver capito anche quando non è vero !

Comunque per quel che posso vedere da fratello, vedo un bambino molto intelligente. Ma quando si parla di scuola lui è un po’ frenato. Non so magari è normale. Forse ancora è piccolo,  ma stando a quel che dicono le maestre ci sono bambini nella sua classe che sono più avanti! io non vedo in lui un bambino stupido perchè in altre cose è troppo avanti!

Grazie, aspetto qualche vostra delucidazione in merito a questo problema perché se c’è qualcosa che posso fare, verrei aiutare subito mio fratello!

 

Caro Cristian è molto bello l’interesse che provi per tuo fratello, probabilmente questi 16 anni di differenza ti fanno vivere in modo intenso il tuo ruolo di fratello maggiore, ma mi permetto di ricordarti che è importante che tu ti confronti con i vostri genitori rispetto a dubbi che lo riguardano.

Da come descrivi Stefano, lo immagino come un bimbo generoso, intelligente e sensibile; poi racconti che lui piange con una certa facilità e che in classe è “in aria” e che è un po’ frenato, racconti dei dettati e della matematica, ma non dici nulla sulla lettura. Per quanto riguarda i problemi scolastici, le informazioni che scrivi non sono sufficienti per fare ipotesi mirate,  il primo suggerimento che mi sento di consigliare ai tuoi genitori è di parlare con le sue insegnanti per capire se si tratta di distrazione o se ci sono delle difficoltà di apprendimento. I bambini che hanno un disturbo nell’apprendimento scolastico sono solitamente molto intelligenti, spesso più della norma, e questo fatto dimostra che non si tratta affatto di stupidità. In altri casi accade che, in assenza di disturbi dell’apprendimento, il sapere di essere considerato “più indietro” rispetto ai compagni, blocchi il bambino facendolo sentire diverso dagli altri e facendogli mettere in atto difese che, di fatto, peggiorano il suo rendimento.

In ultimo affronto la questione della separazione dei vostri genitori che, da come racconti, ha tutto l’aspetto di essere una separazione tranquilla, tu dici che “per amore del bambino non hanno mai creato davanti a lui situazioni che possano comprometterlo e farlo stare male” e fanno molto bene a comportarsi così, ma le parole da sole non bastano perché i bambini percepiscono le emozioni degli adulti e, spesso, fanno esattamente quello che facciamo noi, cioè non creano davanti a noi situazioni che possano farci stare male a costo di tenersi dentro le loro emozioni.

Tu sei il suo fratello maggiore ed è molto probabile che lui guardi a te come ad un modello da raggiungere, potresti indagare i suoi sentimenti parlando con lui, magari potresti  raccontargli episodi simili a quelli che vive lui ma che sono capitati a te quando andavi a scuola. Inoltre potresti aiutarlo a fare i compiti e complimentarti con lui per i suoi successi.

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