Caro Cristian è molto bello l’interesse che provi per tuo fratello, probabilmente questi 16 anni di differenza ti fanno vivere in modo intenso il tuo ruolo di fratello maggiore, ma mi permetto di ricordarti che è importante che tu ti confronti con i vostri genitori rispetto a dubbi che lo riguardano.
Da come descrivi Stefano, lo immagino come un bimbo generoso, intelligente e sensibile; poi racconti che lui piange con una certa facilità e che in classe è “in aria” e che è un po’ frenato, racconti dei dettati e della matematica, ma non dici nulla sulla lettura. Per quanto riguarda i problemi scolastici, le informazioni che scrivi non sono sufficienti per fare ipotesi mirate, il primo suggerimento che mi sento di consigliare ai tuoi genitori è di parlare con le sue insegnanti per capire se si tratta di distrazione o se ci sono delle difficoltà di apprendimento. I bambini che hanno un disturbo nell’apprendimento scolastico sono solitamente molto intelligenti, spesso più della norma, e questo fatto dimostra che non si tratta affatto di stupidità. In altri casi accade che, in assenza di disturbi dell’apprendimento, il sapere di essere considerato “più indietro” rispetto ai compagni, blocchi il bambino facendolo sentire diverso dagli altri e facendogli mettere in atto difese che, di fatto, peggiorano il suo rendimento.
In ultimo affronto la questione della separazione dei vostri genitori che, da come racconti, ha tutto l’aspetto di essere una separazione tranquilla, tu dici che “per amore del bambino non hanno mai creato davanti a lui situazioni che possano comprometterlo e farlo stare male” e fanno molto bene a comportarsi così, ma le parole da sole non bastano perché i bambini percepiscono le emozioni degli adulti e, spesso, fanno esattamente quello che facciamo noi, cioè non creano davanti a noi situazioni che possano farci stare male a costo di tenersi dentro le loro emozioni.
Tu sei il suo fratello maggiore ed è molto probabile che lui guardi a te come ad un modello da raggiungere, potresti indagare i suoi sentimenti parlando con lui, magari potresti raccontargli episodi simili a quelli che vive lui ma che sono capitati a te quando andavi a scuola. Inoltre potresti aiutarlo a fare i compiti e complimentarti con lui per i suoi successi.