1 Agosto 2013 L'ESPERTO RISPONDE

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Masturbazione infantile bimbo di 6 anni

Buonasera,
vorrei avere parere da uno psicologo infantile  in relazione alla masturbazione di mio figlio di quasi 7 anni che avviene in modo compulsivo, in particolare in ambiente chiuso (classe/sala) e seduto ad una scrivania o banco, in presenza di compagni e maestre a scuola e compagni di estate ragazzi e animatrici/animatori – “l’attività” era stata sospesa per 3 settimane (vacanze in montagna) ed è ripresa con il primo tentativo di fare i compiti delle vacanze, ragion per cui ho rinunciato immediatamente.

Il bambino sembra si isoli completamente, non sente più né voci, ne richiami, nulla, va in uno stato di trans e diventa tutto rosso, sembra sia sul punto di svenire, si stanca molto e poi si addormenta; distrarlo dall’attività è praticamente quasi impossibile e ciò crea naturalmente imbarazzo ed impotenza alle maestre e alle animatrici e non ultimo a noi genitori che non riusciamo a gestire la situazione in  modo sereno, per la grande preoccupazione e sensazione di impotenza.

Il comportamento è peggiorato il primo giorno dopo le vacanze in cui io (la mamma) ho ripreso il lavoro.

Le animatrici di estate ragazzi mi dicono che capita soprattutto il lunedì (primo giorno lavorativo della settimana?) e il venerdì (giorno in cui si va a logopedìa per un ipotesi di difficoltà nell’apprendimento) in realtà la logopedista ci ha anticipato che il nostro bimbo pare abbia una sindrome depressiva, sono molto preoccupata e vorrei contattare uno specialista per fare una prima visita ed avere un parere più preciso ovvero risalire alle cause in quanto ho l’impressione che a scuola la cosa sia stata gestita veramente in modo non corretto.

Molte grazie per ogni consiglio

Cara mamma,

la situazione è preoccupante e non va sottovalutata. Anche se la masturbazione infantile è assolutamente normale, in questo caso presenta dei risvolti probabilmente patologici. Nella sua richiesta di consulenza spiega che suo figlio pratica la masturbazione in modo compulsivo, alla presenza di compagni e maestre. A questo proposito, sappiamo che un bambino di quasi 7 anni ha sviluppato il senso del pudore e dovrebbe sapere che può masturbarsi privatamente nella sua stanza, ma non in pubblico. Inoltre, in base alla sintomatologia che lei evidenzia, l’atto masturbatorio può essere considerato come un possibile segnale di disagio affettivo. In generale, la masturbazione per i bambini rappresenta una richiesta di affetto, una forma di consolazione alla quale ricorrere nei momenti di noia e solitudine. A questo riguardo, suo figlio, dopo aver sospeso l’attività masturbatoria per tre settimane, ricomincia quando la mamma ritorna al lavoro; questa è una chiara richiesta di affetto e di attenzioni, che va colmata con qualche coccola in più: lo prenda in braccio, gli dedichi più attenzioni, qualche ora al giorno di gioco e svago, gli legga dei libri, sono tante le attività che potete fare insieme (forse lei dedica già le giuste attenzioni a suo figlio, ma devo basarmi su ipotesi, visto che non conosco la vostra situazione in modo particolareggiato).

Mi rendo conto che la situazione è difficile da gestire e che crea imbarazzo. Non vi dico di provare a distrarre il bambino durante la sua attività in pubblico, perché ha già scritto che è quasi impossibile e che ci avete provato in tutti i modi. Vi consiglio di tranquillizzarlo sul fatto che non è male quello che fa (magari appena terminato l’atto masturbatorio), ma che è bene che non lo faccia davanti agli altri, nemmeno davanti a mamma e papà.

Evitate punizioni e castighi, non passategli messaggi che denotino la sua “attività” come sporca, cattiva o immorale. Non impeditegli in modo violento di masturbarsi, perché un atteggiamento di riprovazione o punitivo, rischia di sviluppare nel bambino dei tabù o delle reazioni negative nei confronti della sessualità, che sono alla base di possibili inibizioni sessuali nella vita adulta.

Le consiglio, come lei stessa ha già anticipato nella sua richiesta, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che sottoponga il bambino a psicodiagnosi con somministrazione di batteria testistica al fine di valutare la struttura di personalità, le capacità cognitive, affettive e relazionali. Questa valutazione consentirà di costruire attorno al bambino un progetto terapeutico, qualora ce ne fosse bisogno, con l’aiuto, il supporto e la professionalità di una figura esterna, lo psicoterapeuta. Non sottovaluti l’indicazione della logopedista riguardante l’eventualità di una sindrome depressiva. Le chiedo veramente di agire tempestivamente. Sempre in sede di psicodiagnosi si può stabilire se il dubbio avanzato dalla logopedista sia fondato o meno.

Tenga presente che rivolgendovi ad uno psicoterapeuta, verreste accolti e conseguentemente in parte sollevati dalle vostre preoccupazioni, in quanto il professionista si farà carico della vostra situazione familiare e vi fornirà le indicazioni su come comportarvi col bambino, con la scuola e con le persone che frequentate.

Dott.ssa Cristina Montanaro

 

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