Gentile lettore,
il minore è soggetto alla potestà dei genitori che lo rappresentano e ne hanno la responsabilità con tutti i diritti e i doveri che la legge ne fa conseguire.
Dunque, per vivere a casa dei nonni, il ragazzo sotto i diciotto anni dovrebbe avere necessariamente il consenso dei genitori e, preciso, di entrambi i genitori.
Nel caso in cui questo consenso manchi, solo un giudice potrebbe offrirgli questa opzione.
Ora, poiché il minore per legge non può stare in giudizio senza un rappresentante legale, è legittimo domandarsi come possa arrivare ad ottenere un provvedimento giudiziario di questo tipo.
Bisogna distinguere varie situazioni:
- se è pendente tra i genitori una causa di separazione o di divorzio o altro genere di procedimento che li veda contrapposti, il minore che abbia compiuto i dodici anni sarà sentito dal giudice con riferimento alle questioni che lo riguardano. Nel corso del colloquio egli potrà dunque esprimere le proprie volontà. Sarà poi il giudice a valutare se i desiderata del minore siano da accogliere oppure no, facendo tutte le valutazioni del caso;
- se non vi sono cause giudiziarie già in corso, il minore che non sia appoggiato da nessuno dei due genitori dovrebbe rivolgersi ai servizi sociali o al giudice tutelare; a quel punto gli uffici prenderebbero in carico il caso e si attiverebbero nella maniera più opportuna;
- se, invece, uno solo dei due genitori volesse sostenerlo in questa decisione e l’altro no, allora potrebbe essere il genitore consenziente ad attivarsi giudizialmente per conto del figlio.
In nessun caso il minore può legittimamente mettere in pratica questa scelta in autonomia.
Spero di esserle stata d’aiuto.
Un caro saluto.
Avv. Maria Ferrara
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Foto di copertina di Tim Graf