2 Gennaio 2018 L'ESPERTO RISPONDE

Lucia Barolo

La dott.ssa Lucia Barolo, Psicologa e Neuropsicologa, svolge valutazione e riabilitazione neuropsicologica per i disturbi cognitivi, sostegno per disagi del bambino e dell’adolescente; attività di parent training; attività di consulenza tecnica di parte legate a separazioni e divorzi, affidi e valutazioni delle capacità genitoriali; interventi di supporto e sostegno alla genitorialità; attività di sostegno psicologico alle coppie con bambini con difficoltà cognitiva e fisica. Riceve su appuntamento presso il suo Studio di Torino e presso lo Studio Emovere, viale Angeli 26/bis – Cuneo cell. 339-3163133 - [email protected]

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Cosa fare con un bambino vivace o iperattivo

Buongiorno, ho un bambino di tre anni e mezzo, è stato molto attivo e vivace sin dalla nascita.
Ha sempre dormito poco e ha parlato e camminato piuttosto presto.
Per questo motivo non mi sono mai particolarmente preoccupata della sua spiccata vivacità.
Premetto che non è mai stato fermo e ho dovuto evitare di portarlo in ristoranti, negozi, perché ingestibile.
Da alcuni mesi a questa parte però, si comporta in modo irriverente nei confronti delle altre persone, nonostante i rimproveri e i discorsi miei e di mio marito.
Anche all’asilo, dove trascorso un primo momento di adattamento, la maestra si era dimostrata soddisfatta, ho saputo dalla stessa maestra che ultimamente continua a essere bravo nelle attività didattiche ma non riesce a stare tranquillo, infastidendo anche gli altri.
Vorrei sapere se questo suo continuo movimento fisico e l’incapacità che spesso dimostra nell’ascoltare le nostre richieste o i nostri moniti dovrebbero preoccuparmi.
Grazie per la preziosa attenzione.

Buongiorno mamma,

L’irrequietezza non sempre è sintomo di qualche problematica.

I bambini non hanno la competenza degli adulti nel discriminare i propri stati interni di bisogno, né riescono a manifestarli adeguatamente; può quindi capitare che il bambino, specie se si trova fuori casa o in un ambiente nuovo in cui è distratto da nuove persone e nuovi stimoli, reagisca ad una condizione emotiva di estrema confusione iperattivandosi, iniziando a diventare capriccioso, insofferente e richiedente in quanto non riesce a placare il suo stato interiore. L’irrequietezza in questi casi è una manifestazione di disagio legato alla “non comprensione” dei propri stati interni emotivi che lo attivato fisicamente.

Un altro motivo per le sue manifestazioni di irrequietezza potrebbe essere associato al bisogno dei bambini di ricevere dei “no”; questi sono dei limiti importanti e fondamentali non solo sul piano della loro educazione comportamentale, ma soprattutto su quello dello sviluppo emotivo. Sentire di avere degli adulti di riferimento in grado di stabilire limiti e regole chiare e di farli rispettare restituisce al bambino implicitamente l’idea che quella col genitore sia una relazione dai confini sicuri dove il piccolo può essere protetto e contenuto.Non si sto ovviamente parlando di un’educazione punitiva o autoritaria, ma di una tranquilla fermezza con cui aiutare il bambino a porre quei limiti che gli consentono di regolare il proprio comportamento e la propria emotività  – se non lo conoscesse un ottimo spunto di riflessione e aiuto pratico lo può reperire dal libro – I no che aiutano a crescere  di Asha Phillips.

Un’altra considerazione da tener presente è che magari irrequietezza del bambino è legato ai ritmi sempre più frenetici ed attivi della vita quotidiana nei nostri tempi. Molto spesso infatti i bambini di oggi crescono avendo due genitori che entrambi lavorano fin da quando questi è piccolissimo.Questo aspetto, socialmente importante e per certi versi necessario e ineliminabile, ha tuttavia delle conseguenze sul tempo che la mamma e il papà possono concedersi di trascorrere col loro piccolo. Spesso si ha modo di passare del tempo insieme a lui solo nel weekend e poche ore la sera: basta che per impegni imprevisti questa routine minima venga disturbata che il bambino può risentirne e manifestare forte malessere.

Tenendo quindi presente questi spunti di riflessione, potrebbe quindi provare a chiedere al suo bambino delle spiegazioni rispetto al suo comportamento, così che possiate aprire un dialogo comune su questa situazione per poterlo aiutare al meglio!

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