5 Luglio 2018 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Autostimolazione di una bambina di 4 anni

Salve, sono una mamma di 2 splendidi bambini: la grande di 4 anni e mezzo e il piccolo di quasi 2 anni.
Da un paio di mesi mi figlia la grande ha scoperto il mondo della autostimolazione, non so come definirla…
E’ precoce, ma non c’è niente di strano, ma sono preoccupata perchè non lo fa in modo sano!!!
Sia a scuola che a casa è un continuo assentarsi tra gli spigoli della sedia o altri sedili.
Talmente si concentra che non dà retta e per giunta ha il laterale delle parti intime con ematomi… La pediatra mi ha detto di evitare di rimproverarla, però lei è brutale con sé stessa e mi preoccupo!
Quando passerà questa fase?

Cara mamma,

rispondiamo a tantissime domande sul tema dell’alimentazione, dei capricci e del sonno, e a poche sulla masturbazione infantile. Sono poche le mamme che scrivono e chiedono, non certo perché il comportamento di sua figlia sia anormale, ma perché spesso ci si vergogna a fare domande su questo tema. La sessualità dei bimbi viene ancora vista come qualcosa di cui non si può parlare e intorno ad essa si celano questioni morali circa il fatto che sia giusto o sbagliato che i bimbi si tocchino.

I bimbi già all’età di sei mesi sono in grado di toccarsi le parti intime e di provare piacere; ragion per cui, non appena gli si toglie il pannolino sporco, sono pronti ad afferrarsi il pisellino e la patatina. Via via che crescono, lo fanno più intenzionalmente e cercano situazioni dove potersi toccare per provare il piacere. Come dice lei, nulla di preoccupante, ma la sessualità è appunto una dimensione di tutti gli esseri umani, grandi e piccini.

Talvolta può capitare che questo comportamento risulti problematico e lo diventa nel momento in cui avviene in luoghi non idonei (tipo in pubblico), quando viene utilizzato di fronte a sentimenti di noia, frustrazione e rabbia e, come dice lei, quando viene utilizzato in maniera molto intensa con oggetti. In quest’ultimo caso, il bimbo rischia di farsi davvero male.

Le consigliamo senz’altro di seguire il consiglio della pediatra; a questo consiglio vanno aggiunti alcuni accorgimenti molto importanti da condividere anche con le maestre a scuola.

Occorre infatti non sgridare la bimba perchè in questo momento lei non sa mettere in atto un comportamento diverso e la sgridata è dannosa anche da un altro punto di vista… si rischia di trasmettere alla bimba il messaggio che quello che sta facendo è sbagliato.

Sicuramente è sbagliato che lo faccia in quel modo e noi dobbiamo insegnarglielo senza condannare il suo comportamento.

Qui di seguito le spiegheremo che cosa invece si può fare… ma se nel giro di qualche mese la situazione non dovesse migliorare, è importante rivolgersi ad un professionista, per valutare la presenza di qualche criticità a livello emotivo. Nulla di preoccupante. I bimbi comunicano le loro emozioni e difficoltà rendendo alcuni comportamenti problematici.

Innanzitutto occorre osservare la bimba e capire come si tocca, ovvero se sin da subito inizia ad usare oggetti o si sfrega in modo molto intenso; è assolutamente importante che si tocchi nei luoghi “idonei” ovvero spazi intimi e privati, la sua cameretta e il suo bagno.

Se la bimba lo fa in contesti inadeguati occorre avvicinarsi e ricordarle che è qualcosa di bello ma proprio intimo, per cui non si può fare ovunque. Le parole poi le troverà lei.

Un altro accorgimento importante è comunicare alla bimba che non ci si deve far male, proprio perchè deve essere una cosa bella e piacevole. Dire qualcosa del tipo “La tua patatina si fa proprio male, fermiamoci. Ricordati che solo facendo piano è bello!!”

Se si sfrega contro le gambe del tavolo va fermata; inoltre se vede che lo fa per noia o per rabbia, occorre anticiparla e prevenire il suo comportamento. Per esempio se vede che lo fa dopo che si è arrabbiata, anzichè lasciarla sola, può provare a parlare di ciò che l’ha fatta arrabbiare e magari proporle di fare qualcosa, un gioco che la rilassa, un disegno.

Speriamo di esserle stata d’aiuto.

Un caro saluto

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