Cara mamma,
dalle sue righe ci sembra che la situazione in casa sia piuttosto pesante; ci descrive un bimbo agitato da sempre e che ha sempre pianto molto.
Il pianto è una delle prime forme comunicative dei nostri piccoli; viene usato sin dalla nascita per esprimere i bisogni fisiologici, affettivi, il malessere e la ricerca di contatto. Quindi è difficilmente interpretabile dai genitori, soprattutto all’inizio. Più ci si sintonizza con il bimbo, più lo si conosce e di consegue si impara a distinguere che cosa il bimbo vuole esprimere con il suo pianto in quel momento. In genere il pianto diminuisce con la crescita del bimbo e grazie a questa maggior conoscenza reciproca tra genitori e bimbo.
Talvolta però ciò non avviene e il bambino continua a piangere tanto creando un circolo vizioso che si autoalimenta: il bimbo piange, i genitori non riescono a capire che cosa sta succedendo, si sentono frustrati e impotenti di fronte al pianto del loro piccolo e quest’ultimo, a sua volta, continua a piangere perchè la sua sensazione di disagio o il suo bisogno non trova risposta.
Ci descrive poi che la situazione è ancora più ingestibile da quando è nata la sorellina. La nascita della sorellina è sicuramente un evento importante per tutta la famiglia e si configura come un vero e proprio cambiamento che necessita una riorganizzazione di ruoli e un nuovo gioco di equilibri.
Se l’equilibrio era un pò precario prima, l’arrivo della sorellina ha acutizzato una probematica già esistente: l’ingestibilità del bimbo e la sua richiesta di attenzione continua. A maggior ragione adesso che le attenzioni di mamma e papà sono divise tra due bimbi.
Avete già provato la strada del dedicare un’attenzione esclusiva attraverso dei momenti dedicati e altre strategie che si sono rivelate inefficaci. Ci sembra allora che sia opportuno traccciare un’altra strada: proviamo a capire che cosa ci sta comunicando con i suoi comportamenti cosi fortemente problematici. Perchè ha così tanto bisogno di agitarsi terribilmente? I momenti dedicati a lui non hanno alcuna influenza sulla riduzione dei suoi comportamenti problematici quindi sarebbe opportuno concentrarsi maggiormente sull’importanza di “contenerlo”, vale a dire utilizzare un atteggiamento di autorevolezza, dando al bimbo confini ben precisi, limiti e regole.
I cosiddetti “atteggiamenti in cui si perde la pazienza” (urlare, fargli notare che ci sta veramente esaurendo,…) rinforzano i suoi comportamenti problematici e sono pertanto da evitare.
E’ importantissimo che lei abbia chiesto aiuto perchè, come ha potuto vedere, l’agitazione del piccolo influenza il clima familiare e anche la sorellina sta manifestando disagio. Questo non vuol dire che il comportamento del suo piccolo determini il comportamento della sorella, ma sicuramente l’atmosfera familiare è influenzata dalle difficoltà di regolazione di alcuni comportamenti del piccolo e adesso anche della sorellina.
A volte, è difficile capire da soli che risposte dare al piccolo, quali comportamenti rinforzare, cosa evitare e capire come sintonizzarsi con questa agitazione. Può essere senz’altro utile fare qualche consulenza genitoriale per aiutarvi nella gestione di queste difficoltà e capire se può essere utile un approfondimento conoscitivo del bimbo.
In bocca al lupo