25 Novembre 2016 L'ESPERTO RISPONDE

Avv. Maria Ferrara

Titolare dello Studio professionale MF Legal Office che offre assistenza e consulenza legale sia in ambito giudiziario che conciliativo, con particolare riferimento al diritto di famiglia. Appassionata del proprio lavoro e “preda” di un guizzo creativo che la porta alla ricerca continua di nuove esperienze. Riceve su appuntamento nel suo studio di Via Baltimora, 90 a Torino tel. 011/197.193.38

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Continui dissidi con mia mamma, che fare?

Buongiorno. Elenco brevemente la storia che ha portato me e mia madre ai dissidi attuali.

Fra me e lei c’è sempre stato un rapporto conflittuale, dovuto a un suo carattere incline a esprimere continue critiche per le mie libere e consapevoli decisioni in merito ad ogni aspetto della mia vita. Premetto che mia madre soffre di disturbi psichici e depressivi, per cui, almeno fino a quando ho avuto modo di parlarci, ha assunto psicofarmaci.

Tale situazione negativa si è esacerbata durante il periodo della mia gravidanza.

Innanzitutto mia madre ha dimostrato continue oscillazioni di interesse/disinteresse verso le mie condizioni. C’è da precisare che ho avuto una gravidanza “a rischio” con comparsa, quasi subito, di perdite ematiche e contrazioni, tanto è vero che la ginecologa mi prescrisse astinenza dal lavoro e dagli sforzi fisici, riposo e tranquillità assoluta.

Ebbene durante questo periodo mi veniva a trovare di rado nella casa dove stavamo in affitto col mio compagno, non solo per eventualmente chiederle di portarmi qualcosa che mi potesse servire (spesa o altro), ma anche solo per sentirla vicino (come da mie reiterate richieste in tal senso). Di rado significa che a volte passavano anche oltre 2 settimane.

In quel periodo dovetti sopportare continue manifestazioni di dissenso circa la casa che avevo acquistato ed in cui stavo facendo i lavori di ristrutturazione per poi trasferirmi prima della nascita del bambino, manifestazioni che una volta sfociarono in frasi tipo “quella casa di merda” e “sei una stronza”, proferite da mia madre stessa.

Poi, dopo la riconciliazione per quella lite, seguirono altri litigi proprio perché non mi sentivo assistita nella maniera adeguata – senza esagerazioni – come ci si aspetta da una madre, addirittura una volta litigammo perché alla mia richiesta di essere un po’ più presente, ella rispose invece che stava programmando una vacanza e si sarebbe assentata per un paio di settimane.

Mia madre non si offrì mai di accompagnarmi ad alcuna visita ginecologica o esami relativi alla gravidanza del bimbo.

Durante le visite ginecologiche, la ginecologa si accorse che ero molto tesa e sofferente e, quando le riferii che era perché lei non mi faceva stare tranquilla, la dottoressa mi rispose di far presente che per le mie condizioni e per il bene del bimbo, non dovevo essere sottoposta a stress e discussioni, la cui eventuale risoluzione fra adulti poteva tranquillamente essere posticipata dopo il parto. Richieste che riportai a mia madre.

Dopo seguirono altre liti gravi, riguardanti la mia libera decisione di usufruire di alcuni beni in mio possesso, ereditati alla morte di mio padre, cedendole ad un mio zio, onde finanziare i lavori di ristrutturazione per la nuova casa e le spese per preparare le cose necessarie dopo la nascita del bimbo.

Inoltre, poiché non potevo avere aiuto da parte di altri familiari, ho avuto bisogno di pagarmi una donna che mi assistesse nelle pulizie o mi facesse la spesa.

Dunque, avendo deciso di vendere detti beni, mia madre ricominciò a tartassarmi con continue critiche, minacce più o meno velate di abbandonarmi e non venirmi più a trovare se avessi perseguito tale decisione, finché all’ennesima lite, avvenuta quando già mi ero trasferita nella casa nuova e sempre sotto gravidanza a rischio, lei urlò e andò via sbattendo la porta e gridando “io in questa casa non metto più piede”.

In seguito a quella grossa lite, la notte mi sentii male, avendo nuovamente contrazioni che mi indussero a chiamare la ginecologa che mi prescrisse un antispastico e l’accesso in Pronto Soccorso se le contrazioni non fossero cessate. Per nostra fortuna cessarono.

Dopo quest’ultima grossa lite, avvenuta nel mese di Giugno, e dopo essersene andata sbattendo la porta e urlando, mia madre non l’ho più vista per altri 5 mesi fino al giorno del parto (Novembre 2014).

Mi scrisse un messaggio uno o o due giorni prima del parto, cui io risposi che volevo essere lasciata in pace, per il bene di tutti.

In seguito, si presentò improvvisamente e inavvertitamente alcuni giorni dopo il parto, suonando ripetutamente al campanello di casa, svegliando il bimbo e facendolo mettere a piangere, pretendendo di entrare per vedere il nipote, al che io chiesi al mio compagno di andare a rispondere per farmi lasciare in pace.

In tale occasione le fu anche detto che non era quello il modo di fare adeguato per garantire la serenità familiare e del nipote, che col suo fare aveva rischiato di mettere a repentaglio i decorso di una gravidanza già rischiosa, e che avrebbe dovuto prima eventualmente chiarirsi fra adulti con me, e poi pretendere di vedere il nipote.

Da Novembre 2014 a tutt’oggi, per quasi 2 anni (un anno e 11 mesi), non si è mai fatta né vedere né sentire, se non attraverso ulteriori “avvertimenti”, riportati via sms da mio fratello, di dire in futuro a mio figlio che io gli avrei impedito di conoscere la nonna, così da far leva su di lui e minare la sua fiducia in me, mettendomi in difficoltà per le spiegazioni che avrei dovuto fornirgli.

Ora mi è giunta una lettera che mi ha fatto scrivere da un avvocatessa per vantare il suo diritto di vedere il nipote o per via bonaria o per via giudiziaria.

Io, per l’evidenza dei fatti e, con dolore da parte mia, ho il dovere di tutelare la serenità ed il benessere psicofisico di mio figlio, proteggendolo dal ritrovarsi all’interno di conflitti familiari di tale specie.

Come secondo lei è meglio che a questo punto mi comporti?

Gentile lettrice,

se Le ha scritto un avvocato, non  posso che consigliarLe di farsi assistere anche Lei da un legale.

E’ davvero importate che Lei sia ben seguita, visto che anche sua mamma lo è.

In bocca al lupo

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