14 Dicembre 2018 L'ESPERTO RISPONDE

Avv. Maria Ferrara

Titolare dello Studio professionale MF Legal Office che offre assistenza e consulenza legale sia in ambito giudiziario che conciliativo, con particolare riferimento al diritto di famiglia. Appassionata del proprio lavoro e “preda” di un guizzo creativo che la porta alla ricerca continua di nuove esperienze. Riceve su appuntamento nel suo studio di Via Baltimora, 90 a Torino tel. 011/197.193.38

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Disconoscimento e riconoscimento tardivo del figlio naturale

Salve avvocata,
la mia storia è molto lunga ed è già in corso al tribunale.
Sono sposta e ho avuto un figlio extraconiugale di cui il padre non vuole riconoscerlo.
Il bambino è stato riconosciuto dal mio marito.
Il padre biologico era sempre in contatto con me, ma per non si preoccupava in modo particolare del figlio avendo già una famiglia.
Dopo 6 mese di vita del bimbo il padre biologico ha cambiato idea e dopo 6 mese mi è attivata una citazione dal tribunale.
E’ stato fatto il test del DNA e il disconoscimento. Ha fatto ricorso.
Io non sono contraria al riconoscimento, anzi vede già il bambino, che lo chiama anche papà.
La mia preoccupazione è che non vorrei rischiare il benessere psicologico del bambino lasciandolo con il padre per più tempo, come una notte o un week end.
Vorrei lasciare che il giudice decidesse il giusto tempo di frequentazione di padre e figlio, così sono tranquilla riguardo al suo benessere.
Ma il padre insiste e vorrei chiederle cosa ne pensa?
Se continuo a far vedere il bimbo 1 volta a settimana come ho sempre fatto aspettando cosa dirà il giudice, rischio che il tribunale mi tolga il bambino?
grazie mille

Gentile sig.ra,

occorre che tutti attendiate la sentenza che, mi pare di capire, dovrebbe arrivare a breve, nel frattempo si presume che per la tranquillità del bambino la cosa migliore sia gestirlo secondo le abitudini consolidate, naturalmente se Lei ritiene che possano essere quelle corrette.

Al momento, stando a quanto Lei mi dice, l’unica a avere la potestà genitoriale è Lei dunque, fintanto che un giudice non dirà qualcosa di diverso, è Lei l’unica responsabile del bambino e del suo benessere.

Un caro saluto

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