13 Dicembre 2015 L'ESPERTO RISPONDE

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Dopo la malattia della mamma

Buongiorno,
la mia bimba, che ha compiuto 3 anni a giugno, ha subito a causa della mia malattia, diversi distacchi. Il primo grosso intervento da quando è nata, l’ho subito quando lei aveva 6 mesi.
Da allora ricoveri e convalescenze si sono susseguiti.
Lei è rimasta sempre molto volentieri con nonni e zii che vivono in un’altra città, e quando ci ricongiungevamo sembrava tutto andasse bene: é andata serenamente al nido nel frattempo ed è stata sempre una bimba solare e allegra.
Dopo il ricovero vissuto a maggio le cose sono un po’ cambiate. La bimba nel rivedermi si è attaccata a me morbosamente, si svegliava di notte ancora più spesso di prima, e il mese di giugno al nido è stato faticoso.
A luglio ho dovuto lasciarla ancora. Nuovo intervento complicato per giunta da setticemia… 15 gg di degenza e altri 15 a casa senza poterla raggiungere perché mi vietavano il viaggio.
Al telefono non voleva parlare con me, ma mia madre diceva che era serena al mare con zii, cugini e amici.
Quando sono riuscita a vederla è cambiato tutto.
Si è attaccata ancora di più, ma soprattutto mangia praticamente nulla e per giunta è diventata stitica al punto da fare fecalomi con conseguente blocco intestinale.
Premetto che anch’io da piccola, per gli stessi motivi, ho vissuto l’abbandono di mia madre e sono stata inappetente ai limiti dell’ anoressia.
All’epoca ovviamente non potevo spiegarmelo, ma oggi alla luce dell’esperienza con mia figlia capisco tutto.
Vorrei intervenire nel migliore dei modi per evitare i danni che ho subito io.
Non la forzo a mangiare, stiamo insieme il più possibile e il nostro rapporto sembra eccezionale, ma io tremo solo all’idea che, senza volerlo, ho ricreato in mia figlia quel disagio che mi sono portata dentro da tanto.
La ringrazio per l’l’attenzione e per i consigli che vorrà darmi.

Cara mamma,

vista la sua storia caratterizzata da sofferenza dovuta all’abbandono da parte di sua madre, alla sua malattia, alla preoccupazione per la sua bambina, il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicologo che possa prendervi in carico. Alla luce della sua esperienza come figlia e dei traumi da lei subiti nel corso della sua infanzia, credo che si sia già resa conto che la storia potrebbe ripetersi, anzi si sta già ripetendo (sua figlia, per ripetere le sue parole, mangia praticamente nulla e lei è stata inappetente ai limiti dell’anoressia), per cui è bene non perdere tempo.

Anche l’attaccamento così forte tra lei e la sua bambina va considerato attentamente, perché la sua bambina deve crescere e diventare un individuo. La bambina può separarsi psicologicamente da lei, se introietta dentro di sé l’immagine materna. La vostra è una situazione difficile, che può rendere difficoltoso il passaggio dalla separazione all’individuazione. Per questo le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che l’accoglierà approfondendo con lei la vostra storia di vita, per dare un senso alla vostra situazione e darvi i giusti consigli (sulla base di dati certi: quelli che mi ha scritto sono tutti dati importanti, ma non sono sufficienti a comprendere e a dare il giusto peso alla sua storia).

Qualora non l’avesse già fatto le consiglio anche di rivolgersi al pediatra per il fecaloma, che può verificarsi nei bambini in concomitanza con problemi psicologici o in presenza di un megacolon o ragadi.

Spero di esserle stata utile, soprattutto nello spronarla a chiedere un aiuto reale ad un professionista.

Saluti dalla psicologa

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