20 Aprile 2010 L'ESPERTO RISPONDE

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Il parto podalico

Buongiorno
sono Sonia.
Vi scrivo perchè ho tanta confusione e tanta paura.
Sono alla mia seconda gravidanza, la mia piccola dovrà nascere il 28 ottobre ed io penso già al parto, per il semplice motivo che la piccola è podalica. Ne ho parlato insieme alla mia ginecologa e lei mi ha risposto che di parto cesareo non se ne parla, ma si farà un parto naturale, anche se la piccola è podalica. Sono preoccupata per le conseguenze che si potrebbero avere sulla mia bimba e vi chiedo cosa posso fare. Anche se sono un pò lontano dal parto, ma la cosa mi preoccupa.
Vi ringrazio.
Sonia

Cara Sonia,
di solito se la presentazione del bambino è podalica e si è alla prima gravidanza, si ricorre al taglio cesareo. Se invece si è al secondo parto e il primo si è svolto naturalmente, spesso si tenta il parto naturale.
In altri paesi, come per esempio nei Paesi Bassi il parto podalico non si affronta di regola con il cesareo, ma in Italia è raro trovare ginecologi ed ostetriche in grado di assistere a un parto podalico e quindi spesso si ricorre al taglio cesareo anche in casi in cui potrebbe essere evitato.
Generalmente il bambino si gira verso il settimo mese e si mette in quella che si definisce posizione cefalica, cioè con la testa rivolta verso il basso. In alcuni casi può però assumere la posizione podalica, con le natiche verso il basso e le gambe incrociate davanti, oppure con le natiche verso il basso e le gambe distese verso l’alto.
Se nel corso dell’ecografia dell’ultimo trimestre il bambino non si è ancora girato, non è però il caso di preoccuparsi, perché la probabilità che il bambino si giri nelle ultime settimane è abbastanza alta.
Se il bambino non cambia posizione, esistono alcune tecniche che potrebbero aiutarlo.
La prima è praticata da alcuni ginecologi in ospedale tra la fine dell’ottavo e l’inizio del nono mese.
E’ una manipolazione esterna che dura circa due ore e mezzo e si pratica sotto guida ecografica, dopo aver fatto un’ecografia e una cardiotocografia per assicurare il benessere del bambino. La manovra non è rischiosa, ma in alcuni casi può provocare un inizio di scollamento della placenta o un travaglio prematuro: in questi casi potrebbe essere necessario eseguire un cesareo anticipato.
Un’altra tecnica utilizzata per aiutare il bambino a girarsi consiste nello stimolare con un sigaro o un cono di moxa un punto che si trova all’angolo esterno del quinto dito del piede. La moxa è composta principalmente da un’erba detta artemisia vulgaris, che si fa bruciare in prossimità del punto da trattare.
Altre teorie individuano nella relazione tra mamma e bambino la possibile causa della presentazione podalica e allora potrebbe essere utile affidarsi a un esperto del bonding prenatale. Secondo alcuni esperti, infatti, qualunque tecnica potrebbe essere troppo aggressiva, mentre una buona comunicazione potrebbe aiutarlo a spostarsi con facilità.
Se invece ci fossero degli ostacoli meccanici, tipo per esempio una particolare posizione del cordone, allora qualunque intervento sarebbe vano.
Detto tutto ciò la inviterei a stare tranquilla, soprattutto perché se lei si rilassa e lascia fare alla natura quello che deve, è possibile che la sua bambina si giri nelle prossime settimane! Potrebbe accadere anche all’ultimo momento… chissà.
La inviterei inoltre a mettersi in contatto con una brava ostetrica del suo territorio in modo da poter fare una bella chiaccherata sulle sue ansie, i suoi dubbi e le sue aspettative rispetto a questo parto.
Chiarire tutti i suoi dubbi la aiuterà sicuramente a fare delle scelte più consapevoli rispetto alla strada che vuole intraprendere. Come vede possibilità d’intervento ce ne sono tante, anche al limite quella di un cesareo, ma è importante che lei arrivi al suo parto con serenità e per questo è importante informarsi e affidarsi a persone di cui ha piena fiducia. Forse se la sua ginecologa è stata così determinata nel dirle che potrà partorire naturalmente, allora è perché il parto naturale podalico si segue presso negli ospedali di Reggio Emilia abbastanza regolarmente.
Nell’attesa di incontrare un’ostetrica, le consiglio la lettura di questo libro in cui, vi è anche la descrizione anche di parti podalici. E’ un libro che a me è piaciuto molto e che la aiuterà a trovare forse in sè la sicurezza di poter affrontare il parto naturale in qualunque situazione.
Nel nostro paese si parla spesso di parto naturale, ma si continua ad avere poca fiducia nelle grandi risorse della donna. Spero possa darle un po’ di fiducia.
Ina May Gasking La gioia del parto Bonomi Editori.
Le faccio i miei migliori auguri e spero di avere ancora sue notizie.

Veronica Ortu

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