Gentile Mamma Laura,
per fortuna i bambini hanno uno sguardo molto diverso da quello adulto e, sempre per fortuna, il concetto del tabù che tuttora persiste e condiziona la vita di molti adulti, per i primi anni di vita non è così chiaro pertanto si comportano secondo natura; quando hanno sete bevono, quando hanno fame mangiano, quando possono provare piacere se lo procurano. E’ da queste considerazioni che è importante e necessario partire prima di affrontare il discorso della sessualità infantile, dobbiamo innanzi tutto guardare dentro di noi e lasciare da parte le idee sulla vergogna, sul peccato e su ciò che è giusto e che è sbagliato.
Infatti, se non fosse per il comportamento degli adulti, i bambini considererebbero i loro genitali esattamente come ogni altra parte del corpo e ne avrebbero tutte le ragioni.
Come è risaputo, i bambini esplorano il loro corpo fin da piccolissimi e, in questo modo, conoscono il dolore se si fanno male, il piacere e anche la consolazione quando sono tristi.
Le sensazioni sessuali vengono provate fin da neonati, poi crescendo si scopre che anche gli altri bambini hanno un corpo e la curiosità fa il resto e li porta a guardarsi e a toccarsi reciprocamente per conoscersi e anche per provare il piacere che deriva da quei gesti.
Questi meccanismi sono noti ormai da anni, ma così come fecero tanto scalpore quando, per primo, Freud osò parlarne, così fanno ancora oggi; era il 1905 quando pubblicò I tre saggi sulla teoria sessuale spiegando le fasi dello sviluppo psicosessuale.
Purtroppo nel nostro Paese la sessualità è ancora vissuta come un tabù dagli adulti e, paradossalmente, questo ha portato ad un atteggiamento opposto da parte di molti adolescenti.
Quello che lei ha notato è dunque del tutto nella norma, ma c’è un altro aspetto che è molto importante e che va tenuto sotto controllo e si tratta di tutti gli stimoli sessuali a cui sono sottoposti i bambini (dalla tv, alle pubblicità, ai film, al nostro modo di esprimerci, ecc ecc) che sono spesso fuori dalla portata della loro comprensione.
Cosa fare dunque?
– In primis rispondere alle domande che fanno i piccoli in modo adeguato alla loro età, in modo che possano capire, evitando possibilmente le storie tipo “ti ho trovato in un cavolo”;
– I primi insegnanti dei bambini sono i genitori e il loro comportamento è il principale modello di riferimento; i nostri pregiudizi diventano i loro, i nostri tabù li passiamo a lor e così di seguito
– Bisogna proteggere i bambini da eventuali e purtroppo sempre possibili atti di pedofilia, insegnando loro come chiedere aiuto in caso qualcuno faccia delle avances
Tutto ciò può apparire difficile, ma sapere che, se saltiamo queste tappe informative, le difficoltà potranno incontrarle gli adolescenti di domani, dovrebbe essere molto incoraggiante per affrontare la situazione.
Cordialità