Cara, carissima Iolanda,
colgo l’occasione per congratularmi con te per la determinazione e la tenacia che hai saputo adoperare per realizzare l’allattamento di tuo figlio, nonostante i tanti pareri contrari …medici e non, suppongo…
In una società a favore della fisiologia materna forse i complimenti sarebbero considerati ridicoli, ma, purtroppo non è ancora la nostra!
Sinceramente non ho trovato nessuna controindicazione per l’allattamento al seno nei casi di scoliosi, e, onestamente credo che nessuna madre desideri provocare danni a se stessa o al proprio figlio!
È necessario seguire una dieta ricca di sali minerali e proteine per tutto il periodo dell’allattamento.
Sappiamo che il calcio ed il rame sono essenziali nell’assorbimento del ferro e che agisce meglio se associato alla vitamina C, la quale ne favorisce l’assorbimento.
Il ferro è essenziale in quanto partecipa alla respirazione e trasporta ossigeno a tutte le cellule del corpo ed il suo metabolismo ha un impianto ecologico in quanto pochissimo ferro presente nell’organismo viene eliminato attraverso le urine, le feci, il sudore, la desquamazione cellulare, il taglio periodico delle unghie e dei capelli. La particolarità della fisiologia del ferro è che una volta immesso nell’organismo viene riciclato: succede però che il ferro sia presente nell’organismo ma che difetti nella distribuzione o nell’assimilazione.
Gli alimenti in cui possiamo trovare alleati per un maggiore apporto di ferro nel nostro organismo sono: il latte materno,il latte vaccino, le lenticchie ed i fagioli, i ceci e il tofu, le patate con la buccia, i broccoli, i semi di girasole e di zucca, le mandorle, le albicocche e le prugne, l’orzo perlato e la quinta, il ribes nero, il fegato di manzo e di maiale.
Gli indicatori dell’esaurimento delle riserve di ferro sono la stitichezza, le unghie fragili e convesse, la stanchezza e l’apatia, il pallore, una diminuita resistenza alle malattie o, al contrario, una tendenza all’iperattività dei bambini combinata con una minore concentrazione.
Detto tutto questo ti vorrei suggerire di trovare una mediazione fra le tue preoccupazioni e quelle di tuo marito, che sono comunque le sue ansie e bisogna accoglierle e tenerne conto.
Proponigli di escludere quel medicinale per tre-quattro mesi (tanto più che non ci sono esami del sangue a convalidarne la necessità) e, prestando attenzione all’inserimento degli alimenti sopra citati con una certa costanza e variabilità, gli accertamenti ematici al termine di questo periodo qualora si presenteranno alcuni degli indicatori visti prima.
“…il tempo è una necessità del presente, che spesso ci vincola e ci distrae dalle cose che contano davvero: il sentire del nostro cuore che fluisce!”
Arianna