Cara Clery,
dalle sue parole emerge la preoccupazione per la reazione e le conseguenze che il trasferimento di cui parla potrebbero comportare innanzitutto per il suo bambino, ma anche per tutte le persone coinvolte.
Le consigliamo, in primo luogo, di provare a relazionarsi direttamente con suo figlio per cercare di capire quali siano i suoi bisogni e quale potrebbe essere la sua principale preoccupazione in merito a questo possibile trasferimento. Così facendo, la comunicazione e la programmazione potrà essere gestita da voi genitori in prima persona; riteniamo, infatti, che sia utile rivolgersi a un esperto qualora questi bisogni non emergano o non siano di facile individuazione.
Dopodichè, è in ogni caso indispensabile che i genitori giungano ad una decisione condivisa in merito a quale sia la scelta migliore per il bene del proprio figlio. Scelte condivise, infatti, costituiscono un punto di forza per la gestione di ogni cambiamento.
In questo senso, se lo riteneste necessario, potrebbe esservi d’aiuto un percorso di Mediazione familiare perchè permette, attraverso il dialogo, di accordarsi e di regolamentare (con la stesura di un progetto di intesa) la vostra vita futura, giungendo a soluzioni che rispondano sia ai vostri bisogni sia a quelli di vostro figlio.
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