9 Ottobre 2014 L'ESPERTO RISPONDE

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Bimbo disperato

Buonasera dottoressa, io sono molto solidale a Lucia perché il mio bimbo di 14 mesi Riccardo è uguale alla sua…
Io oltretutto non dormo da 5 anni perché tra il primo figlio e questo io e mio marito siamo veramente devastati. I suoi consigli sono stati molto preziosi, ma io aggiungo siccome il mio diavoletto non sta mai fermo, lo metto nel box per evitare che salga le scale o scenda in giardino, in modo anche da poter pulire a terra però lui strilla come un disperato anche per venti minuti nonostante ci veda, ci senta e gli parliamo…
Inoltre, a 14 mesi non parla ancora. Il primo figlio a un anno articolava già parole, lui invece non dice mamma e papà, lo sa dire ma non lo fa, piuttosto che parlare va e si fa le cose da solo…devo preoccuparmi?
E le chiedo anche se ha qualche consiglio da darci per la notte, anche lui allattato al seno rifiuta il biberon, però mangia le pappe e la frutta e anche il pane. La ringrazio moltissimo, il suo aiuto è veramente te oro!

Cara mamma Greta,
il problema del sonno per noi genitori è veramente “coinvolgente” vedi: Il mio bambino mangia pochissimo ed ha grossi disturbi del sonno e leggendo questo articolo possiamo accogliere nuovi strumenti e riflessioni.

Rispetto al pianto disperato di tuo figlio quando viene messo nel box direi quello che dici tu: è un esploratore, non vuole star fermo, è curioso e attivo…nel metterlo in uno spazio ridotto si sente non capito e racconta il suo disappunto con il suo pianto. Il mio suggerimento è quello di valutare se sia possibile mettere un cancelletto alle scale e coinvolgerlo il più possibile alle vostre attività quotidiane: se stendi il bucato fatti “passare” le mollette; se papà annaffia il giardino magari può “aiutare” tenendo” il tubo; quando cucinate offritegli stoviglie di plastica da girare o sistemare nei cassetti bassi.

Il concetto è che spesso dobbiamo ripensare gli spazi, ripensare l’organizzazione della casa , destinare loro luoghi piacevoli e sicuri in cui esprimere energie e preferenze, alla ricerca costante di nuovi equilibri che possa tenere in buon conto proprio il carattere di questo bambino.

Allevare i figli è una impresa creativa, un’arte più che una scienza. B. Bettelheim

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